venerdì 21 febbraio 2014

Per non dimenticare: il terremoto del 2010

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Il terremoto di Haiti del 2010 è stato un terremoto catastrofico di magnitudo 7,0 Mw con epicentro localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince, capitale dello Stato caraibico di Haiti. La scossa principale si è verificata alle ore 16:53:09 locali (21:53:09 UTC) di martedì 12 gennaio 2010 a 13 km di profondità. Lo United States Geological Survey (USGS) ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 Mw.
Il numero di vittime è stimato al 24 febbraio di 222.517. L'entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta. Secondo la Croce Rossa Internazionale e l'ONU, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone.
Il terremoto è avvenuto nell'entroterra, alle ore 16:53:09 UTC-5 del 12 gennaio 2010[1], in una zona situata a circa 25 km a ovest-sud-ovest della capitale Port-au-Prince e ad una profondità di 13 km in prossimità (3 km circa) della zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden (Enriquillo-Plantain Garden fault zone o EPGFZ), un sistema di faglie trascorrenti con movimento verso sinistra che fa parte del margine di zolla tra la placca nordamericana e la placca caraibica. Forti scosse dell'intensità del VII–IX grado della scala Mercalli modificata (MM) sono state registrate nell'area della capitale e dei sobborghi adiacenti. Il sisma è stato avvertito in una vasta area dei Caraibi comprendente Cuba (MM III a Guantánamo), la Giamaica (MM II a Kingston), Venezuela (MM II a Caracas), Porto Rico (MM II–III a San Juan) e la confinante Repubblica Dominicana (MM III a Santo Domingo).
Il terremoto è avvenuto in corrispondenza del margine settentrionale della placca caraibica, che si sposta parallelamente verso est, rispetto a quella nordamericana, di circa 20 mm all'anno. Il margine tra le due placche, nella regione di Haiti, è costituito da due complessi sistemi di faglie trascorrenti, sub-parallele tra loro, con orientazione indicativa est-ovest e che delimitano la porzione orientale dalla microplacca di Gonâve, una piccola zolla compresa tra le due placche più grandi. I due sistemi di faglie sono la zona di faglia settentrionale-orientale (Septentrional-Orient fault zone, SOFZ) che procede dalla costa settentrionale dell'isola di Hispaniola verso quella sud orientale di Cuba e la zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden che attraversa la lunga penisola del Tiburon nella parte sud-occidentale dell'isola. I dati sismici indicano che il terremoto è avvenuto in prossimità della zona di faglia meridionale ed un'analisi preliminare della distribuzione di slip cosismica (distribuzione degli spostamenti sul piano di faglia durante il sisma) ha determinato un valore di spostamento massimo del suolo (Dmax) di circa 4 metri.
Lo United States Geological Survey ha registrato sei repliche (aftershock) nelle due ore successive all'evento sismico principale di magnitudo approssimativa 5,9, 5,5, 5,1, 4,1 4,5 e 4,5. A nove ore dall'evento principale, sono state registrate 26 repliche di magnitudo 4,2 o superiore, dodici delle quali di magnitudo 5,0 o superiore.
Il Pacific Tsunami Warning Center ha diramato un allarme tsunami immediatamente dopo il sisma che è stato successivamente annullato.
Vittime
A Causa della povertà e dell'isolamento del Paese e in seguito a gravi danni alle infrastrutture di comunicazione, non è possibile definire con certezza il numero di vittime del sisma. Mentre le prime fonti indicavano genericamente "migliaia di vittime", Jean Max Bellerive, premier haitiano, stimò che il numero di vittime sarebbe arrivato a 100.000 (ma la maggior parte delle stime indicava una cifra di circa 50.000). L'ONU ha dichiarato che il terremoto ha colpito, direttamente o indirettamente, un terzo della popolazione nazionale. Al 24 gennaio i morti erano stati almeno 150.000. In data 5 febbraio, secondo stime governative, i morti hanno superato la soglia dei 212.000. Secondo una stima del 18 febbraio, le vittime sarebbero circa 260.000, ma sono rimaste coinvolte almeno quattro milioni di persone. È un segnale di speranza il ritrovamento di un giovane di ventotto anni, estratto vivo dalle macerie quasi un mese dopo la scossa. Anche se in cachessia e disidratato assai gravemente, è ben vigile ed ha dichiarato che "qualcuno gli portava da bere".
Tra i morti risultano anche Hédi Annabi, tunisino a capo della missione ONU di peacekeeping e stabilizzazione, l'attivista brasiliana Zilda Arns e l'arcivescovo di Port au Prince, Joseph Serge Miot. La comunità internazionale si è mobilitata anche con il G20, promettendo aiuti immediati. La Croce rossa internazionale e molte onlus di tutto il mondo cercano di soccorrere feriti e terremotati. Si è scavato anche con le mani per rimuovere le macerie, nei casi migliori con l'assistenza di cani alla ricerca delle persone intrappolate sotto gli edifici crollati. Secondo la Croce Rossa tre milioni di persone su una popolazione di poco più di nove non hanno più un'abitazione o sono rimaste ferite. L'incertezza di queste previsioni è data dal fatto che la popolazione, vivendo nella maggioranza dei casi in povertà economica, non ha mezzi per soccorrere ed effettuare ricerche, se non a mani nude, nonostante la mobilitazione di molti altri Paesi che hanno fornito gli aiuti provvisori e fondamentali per la momentanea condizione degli sfollati.
Il sisma ha colpito in modo particolare la capitale Port-au-Prince (MM IX secondo la stima USGS), distruggendo o danneggiando gravemente molti edifici della città tra cui il Palazzo Presidenziale, la sede dell'Assemblea Nazionale di Haiti, la cattedrale e la prigione principale. Tutti gli ospedali della città sono stati distrutti o sono risultati talmente danneggiati da dover essere evacuati.[28] Le Nazioni Unite hanno affermato che il quartier generale della missione di peacekeeping MINUSTAH, situato nella capitale, è andato distrutto e che buona parte del personale ONU risulta disperso.Altri importanti edifici distrutti o gravemente danneggiati sono il Ministero della Finanze, il Palazzo di Giustizia, alcuni sedi scolastiche ed universitarie, oltre alla torre di controllo dell'Aeroporto Internazionale Toussaint Louverture. La maggior parte delle infrastrutture sono andate distrutte e questo ha inevitabilmente causato ritardi e problemi nella distribuzione degli aiuti umanitari

HAITI



Haiti
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica di Haiti
Nome ufficiale
République d'Haïti, Repiblik Ayiti, Repiblik Dayti
Lingue ufficiali
francese, creolo haitiano
Capitale
Port-au-Prince  (1 300 000 ab. / 2007)
Politica
Forma di governo
Repubblica semipresidenziale
Presidente
Michel Martelly
Primo Ministro
Jean-Max Bellerive
Indipendenza
Dalla Francia, 1º gennaio 1804
Ingresso nell'ONU
24 ottobre 1945 1
Superficie Totale 27 750 km² (143º)
% delle acque 0,7 %
Popolazione Totale 9.993.247 ab. (2012) Densità 353 ab./km²
Tasso di crescita 0,888% (2012)[1]
Nome degli abitanti Haitiani
Geografia Continente America
Confini Repubblica Dominicana
Fuso orario UTC-5
Economia Valuta Gourde haitiano
PIL (nominale) 7 902[2] milioni di $ (2012) (139º)
PIL pro capite (nominale) 759 $ (2012) (162º)
PIL (PPA) 12 802 milioni di $ (2012) (142º)
PIL pro capite (PPA) 1 229 $ (2012) (170º)  ISU (2011) 0,454 (basso) (158º)
Fecondità 3,3 (2011)[3] 
Prefisso tel. +509
Sigla autom. RH
Inno nazionale La Dessalinienne
Festa nazionale 1º gennaio


Haiti è una nazione dell'America situata nel Mar dei Caraibi. Un tempo colonia francese, è stata una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell'isola di Hispaniola e confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti è il paese più povero delle Americhe.
L'indipendenza dalla Francia è stata dichiarata il 1º gennaio 1804. Venne riconosciuta nel 1825 dalla Francia e nel 1863 dagli Stati Uniti.
Dall'inizio del 2004 Haiti è al centro di una rivolta popolare che ha causato disordini e violenza e ha portato il 29 febbraio alla partenza dall'isola del dimissionario presidente Jean-Bertrand Aristide. Il governo è stato retto ad interim dal presidente della Corte di cassazione, Boniface Alexandre, fino alle elezioni presidenziali tenutesi il 7 febbraio 2006 da cui, pur tra molte proteste ed accuse di broglio da parte dei suoi avversari, è uscito eletto René Préval.
L'isola, colpita nell'estate 2004 dall'uragano Jeanne e nel gennaio 2010 da un disastroso terremoto, vive in uno stato di emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto l'egida dell'ONU, che vede la presenza di un contingente guidato dal Brasile.



Cos'è un Titolo?

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

I titoli cardinalizi sono chiese della diocesi di Roma il cui nome viene legato ad un cardinale al momento della sua creazione
La parola titulus
Il titulus indicava originariamente la tabella (di marmo, legno, metallo o pergamena) che, posta accanto alla porta di un edificio, riportava il nome del proprietario. Questo perché le prime adunanze dei cristiani si attuavano all'interno di edifici privati (domus ecclesiae). Successivamente ai tituli privati (che, oltre alla sala cultuale e ai locali annessi per usi liturgici, comprendevano l'abitazione privata), nacquero quelli di proprietà della comunità, che conservavano il nome del fondatore o del donatore della casa.
I titoli romani
I tituli, come le odierne parrocchie, erano soggetti alla giurisdizione della Chiesa. Capo della comunità ecclesiale era il presbitero coadiuvato da ministri a lui sottoposti.
I vari tituli, anche se identici dal punto di vista funzionale e della finalità, a causa della loro diversa origine e datazione, non si possono considerare come un gruppo omogeneo. Di tutti questi luoghi di riunione possediamo due diversi elenchi, desunti dalle sottoscrizioni dei vari presbiteri nel corso dei due sinodi svoltisi a Roma nel 499 e nel 595.
Confrontando questi due elenchi, in certi casi si nota come il titulus, che nel primo sinodo portava il nome del fondatore o del donatore, nel secondo porta la dedica all'omonimo santo. Probabilmente ciò è dovuto al crescente interesse per il culto dei martiri. Quelli più antichi si trovano generalmente in zone periferiche o popolari della città, mentre quelli nuovi creati dopo l'editto costantiniano del 313 ebbero tutti posizioni più centrali.
I titoli dei cardinali oggi
Il titolo viene attribuito dal papa all'atto della nomina di un cardinale e, a differenza del particolare incarico ecclesiale, è vitalizio.
Tutti i tituli sono relativi alla diocesi di Roma e alle sue sedi suburbicarie, a simboleggiare l'unità del Collegio dei cardinali come strumento di supporto all'attività pastorale del vescovo di Roma.
La corrispondenza tra tituli e ordini cardinalizi è la seguente: una sede suburbicaria è attribuita ad un cardinale vescovo, un titolo ad un cardinale presbitero, una diaconìa ad un cardinale diacono.
In alcuni casi le diaconie sono elevate "pro hac vice" a titolo presbiterale: questo avviene per poter annoverare il suo titolare fra i cardinali presbiteri (ad esempio qualora il cardinale titolare sia eletto vescovo di una diocesi o se dopo dieci anni di diaconato il cardinale chiede di essere promosso al titolo presbiterale) senza che debba rinunciare ad un titolo tradizionalmente legato al proprio ordine di appartenenza o luogo d'origine.
Le chiese titolari sono contrassegnate, generalmente sulla facciata, da un doppio stemma: a sinistra quello del Papa regnante, a destra quello del cardinale titolare medesimo.



 Ingresso della cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale che, essendo sede suburbicaria, oltre agli stemmi papale (al centro) e cardinalizio (a sinistra), espone anche quello episcopale (a destra).

Chiesa Cattolica in Haiti e Diocesi di Les Cayes

 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Cattolici 6,7 milioni  Popolazione 10 milioni
La Chiesa cattolica ad Haiti è parte della Chiesa cattolica universale, sotto la guida spirituale del Papa e della Santa Sede. È la più diffusa religione del Paese e religione di stato
La Chiesa cattolica si stabilì nell'isola di Hispaniola fin dall'arrivo dei primi europei condotti da Cristoforo Colombo. Nel 1493 papa Alessandro VI accordò alla Spagna le nuove terre scoperte a condizione che venissero inviati missionari.
I Benedettini furono i primi a sbarcare sull'isola, seguiti dai Francescani, dai Domenicani, dai Cappuccini e dai Gesuiti. I Domenicani, con Bartolomé de Las Casas, saranno i più strenui difensori degli indigeni e dei loro diritti, ma furono anche i primi a suggerire di prelevare dall'Africa nuovi lavoratori, ritenuti più adatti ai duri lavori delle miniere e dei campi.
In due riprese i francesi si sostituirono al governo spagnolo nell'isola: i nuovi padroni si mostrarono poco propensi ad un'evangelizzazione degli abitanti locali e anzi ostacolarono quei missionari che cercavano di annunciare il vangelo agli schiavi: è in quest'ottica, per esempio, che si può leggere l'espulsione dei Gesuiti dall'isola nel 1763, e la loro sostituzione con preti preoccupati più dei loro affari e dei loro intrighi che di annunciare il vangelo e vivere in un autentico senso di Chiesa.
Un concordato tra il nuovo governo di Haiti sorto agli inizi del XIX secolo e la Santa Sede, ricercato fin dall'inizio dell'indipendenza haitiana, si realizzò solo il 28 marzo 1860: vengono così fondate le prime diocesi e la Chiesa haitiana, anche grazie all'arrivo di nuovi missionari francesi (formati nel seminario di San Giacomo, in Bretagna), cominciò a dare una migliore immagine di sé.
Il seminario per la formazione di un clero locale fu fondato solamente nel 1920: e nel 1957, quando viene eletto presidente François Duvalier, tutti i vescovi haitiani, eccetto uno, hanno ancora un passaporto straniero. Il nuovo presidente, autoproclamatosi presidente a vita, iniziò ben presto ad osteggiare la Chiesa cattolica, a espellere i religiosi, a confinare nelle loro residenze i vescovi più ostili alla sua politica. Un nuovo accordo tra la Santa Sede ed il governo haitiano nel 1966 mise fine a questo stato di cose. Negli anni ottanta, la Chiesa cattolica fu la sola che osò criticare pubblicamente e alzare la voce contro gli abusi perpetrati dal governo di Jean-Claude Duvalier, incoraggiata dallo stesso papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita pastorale del 9 marzo 1983.
Organizzazione
Oggi la Chiesa cattolica in Haiti consta di due arcidiocesi e di 8 diocesi suffraganee:
Arcidiocesi di Port-au-Prince, da cui dipendono le diocesi di: Anse-à-Veau-Miragoâne, Jacmel, Jérémie, Les Cayes.
Arcidiocesi di Cap-Haïtien, da cui dipendono le diocesi di: Fort-Liberté, Hinche, Les Gonaïves, Port-de-Paix;
Nel 2002 in Haiti vi erano 643 preti cattolici.
L'episcopato haitiano è riunito nella Conférence Episcopale de Haïti, sorta nel 1958.
Nunziatura apostolica[modifica sorgente]
La delegazione apostolica di Haiti fu eretta nell'Ottocento. Nel 1915 fu elevata al rango di internunziatura apostolica. La nunziatura apostolica fu istituita il 17 ottobre 1930, ricavandone il territorio dalla delegazione apostolica delle isole Antille. Il 10 agosto 1938, in forza del decreto Decreto Antillarum della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, fu soppressa la delegazione apostolica delle isole Antille e contestualmente furono assegnate alla nunziatura apostolica di Haiti l'isola di Porto Rico e tutte le Piccole Antille (ad eccezione di quelle dipendenti dalla delegazione apostolica di Caracas

 
 
Diocesi di Les Cayes
Vescovo
Chibly Langlois
Sacerdoti 83 di cui 55 secolari e 28 regolari 11.240 battezzati per sacerdote
Religiosi 55 uomini, 136 donne
Abitanti 1.400.000 Battezzati 933.000
Superficie 4.649 km² ad Haiti Parrocchie 43
Erezione 3 ottobre 1861 Rito romano
Indirizzo  B.P. 43, Rue Toussaint-Louverture, Les Cayes, Haïti
Chiesa cattolica ad Haiti
La diocesi di Les Cayes (in latino: Dioecesis Caiesensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Port-au-Prince. Nel 2001 contava 933.000 battezzati su 1.400.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Chibly Langlois.
Territorio
La diocesi comprende la città di Les Cayes, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora dell'Assunzione.
Il territorio è suddiviso in 43 parrocchie.
Storia
La diocesi è stata eretta il 3 ottobre 1861 con la bolla Christianae religionis di papa Pio IX, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Santo Domingo.
Il 20 aprile 1972 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Jérémie.
Il 13 luglio 2008 ha ceduto un'altra porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Anse-à-Veau-Miragoâne.


Recenti impegni del neo cardinale Chibly Langlois

Il neo cardinale Chibly Langlois ha lanciato un'iniziativa per il dialogo nazionale: «Nessuno può pensare di risolvere da solo i problemi del Paese». A quattro anni dal sisma oltre 170 mila persone vivono ancora nei campi per sfollati



È il Paese più povero dell'America Latina. A quattro anni di distanza dal terremoto devastante che l'ha colpito è tuttora in ginocchio. Le sue istituzioni - poi - sono paralizzate da una crisi politica che non accenna a finire. Si fa davvero ogni giorno più insostenibile la situazione di Haiti. E proprio per questo la Chiesa cattolica ha preso un'iniziativa che ha l'obiettivo di aiutare il Paese a risollevarsi.
Alla fine di gennaio ha preso infatti il via il Dialogo nazionale voluto fortemente dalla Conferenza episcopale locale per provare a far uscire il Paese dal vicolo cieco in cui si trova. A convocare l'appuntamento - che vede insieme membri del governo e dell'opposizione - è stato il giovane vescovo di Les Cayes Chibly Langlois, il presidente dei vescovi haitiani, che Papa Francesco a sorpresa ha voluto includere nell'elenco dei nuovi cardinali che tra qualche giorno a Roma riceveranno la porpora nel concistoro annunciato il mese scorso. Il dialogo nazionale ha l'obiettivo di arrivare a un'intesa che permetta al Paese di tenere le elezioni parlamentari e municipali che avrebbero dovuto tenersi già due anni fa ma poi sempre rinviate. Superando così lo stallo della contrapposizione frontale tra il presidente - l'ex cantante Michelle Martelly eletto nel 2011 - e le opposizioni.
«Credo che fosse necessario e urgente mettere i soggetti politici intorno a uno stesso tavolo perché è la situazione socio-economica del Paese a chiederlo - ha spiegato il neo cardinale Langlois -. Viviamo in una crisi di governo cronica. Se non vogliamo arrivare a un'esplosione del Paese, devono parlarsi».
Una cinquantina di rappresentanti dei partiti politici e del presidente Martelly si stanno così incontrando da un paio di settimane in un albergo di Port au Prince per trovare una via d'uscita alla crisi politica. «Abbiamo visto la buona fede di quanti partecipano a questo dialogo - ha commentato ancora Chibley Langlois - e tutti dichiarano di voler arrivare ad un accordo. Solo che ciascuna delle parti poi tenta di difendere il suo punto di vista». Di qui l'appello del presule: «Nessuno può pensare di risolvere da solo i problemi di Haiti».
Problemi che rimangono immensi: a oltre quattro anni dal sisma sono tuttora più di 170.000 le persone che vivono nei campi e un haitiano su tre si trova in condizioni di insicurezza alimentare. «La situazione è catastrofica - commenta il vescovo di Les Cayes -. La gente non ha lavoro e non può guadagnare il necessario per vivere. La Chiesa è molto preoccupata. Noi stessi viviamo ogni giorno le stesse difficoltà dei nostri fedeli e soffriamo per il fatto di non essere in grado di accompagnarli come servirebbe
(fonte Mission on line)