Quando avete
battezzato i vostri bambini, il sacerdote vi ha chiesto: "cari Genitori,
chiedendo il battesimo per il vostro bambino voi vi impegnate ad educarlo nella
fede, perché nell'osservanza dei comandamenti impari ad amare Dio e il
prossimo. Siete consapevoli di questa vostra responsabilità?" E voi avete
risposto di si. Ora concretamente voi, accompagnando i bambini a ricevere la
prima comunione, realizzate questa promessa. Ma non è sufficiente 'lasciarli'
in parrocchia, perché i preti, aiutati dai catechisti, compiano il loro dovere
di evangelizzazione. Anche voi siete i protagonisti di questa educazione
religiosa.
Seguire i ragazzi nel loro cammino, è il vostro
primo e più importante compito. Anzitutto permettendo loro di partecipare
"sempre" sia agli incontri di catechesi, come alla Messa domenicale.
Bisogna organizzare le attività in modo che l'incontro non venga a mancare se
non per non programmabili necessità. Molte volte nella gerarchia dei valori,
quello della fede, occupa un posto irrilevante. Tutto passa avanti. Questo è
quanto di più deleterio possa capitare, in quanto il bambino relativizzerà la
sua vita di fede così come viene relativizzata la sua presenza al catechismo o
alla messa.
E la vita spirituale diventa
solo un appendice di tutto il resto che viene mostrato come più importante.
Educare
alla fede significa mettere al loro posto i valori nella scala delle priorità
della nostra vita.
Bisogna,
poi, che i genitori si interessino a quanto stanno facendo i propri figli,
anche nella loro crescita religiosa. Significa questo due cose: anzitutto
domandare a casa quello che stanno facendo durante gli incontri, guardare i
loro quaderni e discutere qualche volta con loro delle cose scoperte.
L'interesse, inoltre, significa parlare con i catechisti di tanto in tanto,
verificare con loro la crescita spirituale del bambino, vedere se nella prassi
di vita si concretizzano i valori di fede che vengono proposti negli incontri.
Infine,
educare alla fede, vuol dire aiutare il bambino ad entrare in comunione con Dio
mediante la preghiera. Questo significa che i genitori non solo devono
ricordare al bambino di pregare, ma qualche volta devono pregare con lui,
realizzando così il loro compito sacerdotale nella famiglia che viene chiamata
Piccola Chiesa domestica.
La Catechesi: è un momento fondamentale nella
formazione del bambino. E' importante che non manchi. Ci auguriamo che la sua
partecipazione sia attiva e che segua attentamente quanto viene proposto.
A questo proposito mi sembra importante dover ribadire
la loro presenza e partecipazione alla Messa domenicale.
Noi cerchiamo ad insegnare ai vostri figli l’essenza
della vita cristiana. La legge del Signore. Il compendio della legge del
Signore è: amerai il Signore tuo Dio, ed il prossimo tuo come te stesso.
Due
amori che sono inscindibili.
Amare
Dio significa, ricordarlo, ringraziarlo. Ed il più alto ringraziamento è
rispettare il comando del Signore: “Ricordati di santificare le feste”.
Pertanto è nostro impegno educare i bambini a questa
dimensione che non è un ‘optional’ ma parte fondamentale del loro cammino di
Fede. Pertanto i bambini devono
partecipare all'Eucaristia. I bambini vengono preparati alla Prima Comunione e
la Comunione si riceve durante la Messa. Allora diventa un controsenso preparare
i bambini ad una cosa cui non partecipano.
E,
l'abitudine ad andare a Messa, si acquista con pazienza nel tempo. Non viene da
solo perché uno ha fatto la prima comunione. Anzi, molto spesso, la prima,
diventa anche l'ultima comunione e questo sarebbe un grave peccato per lui e
per noi tutti.
Capite
bene che se il bambino vede che il genitore non partecipa alla Messa, anche per
lui questo momento diventa poco importante. Se il Papà o la Mamma ritengono
poco importante la partecipazione come può risultare importante per loro?
Dunque
la partecipazione alla Messa è anche un vostro impegno.
Voi
siete i garanti della fede dei bambini. Nessuno vi ha obbligato a fargli fare
la prima comunione o a educarli nella fede Cristiana.
Se partecipano alla Messa sarebbe
bello che avessero parte attiva, sia nel servizio alla mensa come nella lettura
del salmo o preghiera dei fedeli. Ma per questo debbono venire prima per
prepararsi e fare in modo tale che quanto leggano sia comprensibile. Purtroppo
a volte nella lettura notiamo molte lacune.
Durante
l’anno sarebbe bello trovare delle occasioni in cui poter crescere anche come
comunità. Potranno essere semplici, come fare un pranzo insieme. A questo proposito, in anticipo vorrei che vi
organizzaste per esser presenti, coi in ragazzi, ad una mattinata con pranzo
per il 18 dicembre.
Ma nello stesso tempo ‘il
catechismo’ non può esser slegato dall’amore verso il prossimo.
Il
rispetto che devono avere l’un per l’altro, con i gesti e le parole.
Il
rispetto che devono avere per l’ambiente in cui si trovano, gli oggetti, il
luogo, tutto ciò che serve per stare insieme.
Il
rispetto che devono avere per gli adulti, iniziando dai genitori, nonne e tate.
Ma anche per i catechisti per il loro lavoro ed il loro impegno.
La
capacità di avere un linguaggio appropriato sia come persone che come
cristiani.
La
capacità di lavorare assieme, di non prevaricare gli altri di non competere per
essere i ‘primi’ ma saper camminare anche con l’ultimo.
La
capacità di non emarginare ma nessuno e di evitare ogni atto di quello che
ormai genericamente viene chiamato ‘bullismo’.
La
capacità di ascoltare ed aiutare gli altri, di non giudicare di comprendere, di
essere generosi.
La
capacità di perdonare e saper chiedere perdono come ci invita a vivere l’Anno
Santo della Misericordia.
Imparare
non essere egoisti ma generosi sia nelle
cose come nei gesti.
I
catechisti e don Giuseppe