Nell'Ordinamento generale del Messale Romano si legge:
69. Nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo, risponde in certo modo alla parola di Dio accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti. È conveniente che nelle Messe con partecipazione di popolo vi sia normalmente questa preghiera, nella quale si elevino suppliche per la santa Chiesa, per i governanti, per coloro che portano il peso di varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo.
70. La successione delle intenzioni sia ordinariamente questa:
a) per le necessità della Chiesa;
b) per i governanti e per la salvezza di tutto il mondo;
c) per quelli che si trovano in difficoltà;
d) per la comunità locale.
Tuttavia in qualche celebrazione particolare, per esempio nella Confermazione, nel Matrimonio, nelle Esequie, la successione delle intenzioni può venire adattata maggiormente alla circostanza particolare.
71. Spetta al sacerdote celebrante guidare dalla sede la preghiera. Egli la introduce con una breve monizione, per invitare i fedeli a pregare, e la conclude con un’orazione. Le intenzioni che vengono proposte siano sobrie, formulate con una sapiente libertà e con poche parole, ed esprimano le intenzioni di tutta la comunità.
Le intenzioni si leggono dall'ambone o da altro luogo conveniente, da parte del diacono o del cantore o del lettore o da un fedele laico.
Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio.
Durante l’Assemblea Diocesana tenutasi nella Basilica di San Giovanni in Laterano, 16 settembre 2019, nella presentazione delle Linee per il cammino pastorale 2019-2020, tra le altre indicazioni, il CARDINALE VICARIO ANGELO DE DONATIS ha detto:
“Un quarto snodo a cui fare attenzione è la condivisione delle storie di vita con la comunità parrocchiale durante l’Eucarestia domenicale. Evitando che si capisca che si sta alludendo concretamente a “quella persona”, si portano davanti a Dio e all'assemblea liturgica le gioie e i dolori di tutti. L’intercessione è un atto d’amore. Questi fratelli e sorelle per i quali preghiamo sono quelli che il Signore ci chiede di servire, perché possano sperimentare un po’ di più di speranza, di libertà, di vita.
Quante preghiere dei fedeli, durante la Messa, sono così generiche e formali (lette nei foglietti stampati a livello nazionale) da non esprimere per niente le intenzioni contenute nei cuori dei fedeli! Invece queste preghiere avranno il sentore della carne viva del vostro quartiere. Sapranno di vita, finalmente!”
Questo sarà per noi uno stimolo affinché nell'ascolto vero dei nostri fratelli possiamo riuscire ad esprimere le loro invocazioni nella Messa domenicale.
Ogni settimana cercheremo di esprimere le nostre invocazioni al Signore, ma in questo ciascuno deve collaborare nell'ascolto dell’altro e presentare le preghiere che diventeranno di tutti.