Mi sia consentito sottolineare che un collaboratore del Pontefice, quale è un Prefetto di una Congregazione romana, ha tante vie e opportunità di far giungere al Sommo Pontefice le sue proposte o perplessità. Questo è un preciso compito per aiutare il Pontefice nel suo ministero.
Il dare però alle stampe, come è stato fatto, una riflessione, che non è nulla di nuovo, coinvolgendo anche il Papa rinunciatario, sa molto di “complotto” e anche purtroppo di business editoriale. Tutto ciò non solo non è corretto, ma non è nemmeno morale, perché “attenta” tra il popolo cristiano cattolico la comunione e il “religioso ascolto” dei Pastori, come dice il Vaticano II, e a maggior ragione il Magistero di Pietro che, per il suo ministero, gode di una grazia particolare, come appunto ci insegna la teologia. Oggi Pietro è Papa Francesco! A lui dobbiamo guardare, per lui dobbiamo pregare e lui ascoltare nella maturità e lealtà di cattolici. Guai a coloro che scandalizzano, disse il maestro Cristo Gesù. Lo scandalo della divisione nella Chiesa non è da meno di ogni altro scandalo e forse è ancora più grave quando è provocato da chi è preposto alla salvaguardia del Magistero del Romano Pontefice.
(La Stampa)