sabato 30 aprile 2011

RICORDO DI LUI...........




Giovanni Paolo II sarà proclamato Beato. Tante sono le testimonianze che, in questi giorni, sto ascoltando in televisione sul suo pontificato.
Anche io ne voglio dare qualcuna.
Mi sento veramente privilegiato nell’aver avuto la possibilità, con lui, di tanti incontri che per me si sono rivelati esperienze che hanno toccato la mia vita.
Il suo pontificato ha coinciso con i miei primi 25 anni di sacerdozio. Nel giorno del mio giubileo sacerdotale, il 19 aprile 2005, proprio mentre stavo celebrando la Messa di Ringraziamento al Signore, è stato eletto Benedetto XVI.
Quando fu eletto, Karol Wojtyla, io ero chierico e frequentavo l’ultimo anno di teologia fondamentale presso il Seminario Romano Maggiore.
Essendo l’unico seminarista romano del quinto anno, venni, per ‘forza di cose’, scelto come un rappresentante dei seminaristi per fare obbedienza nel giorno in cui il Papa prese possesso della Diocesi di Roma, nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano.
Certo che ero molto emozionato e nel momento in cui, insieme ad un altro seminarista, ci inginocchiammo avanti a lui, seduto sul bellissimo trono marmoreo dell’abside della Chiesa, mi sentii abbracciato ed incoraggiato dal Santo Padre. Infatti con un gesto paterno, mise le sue mani sulle nostre spalle e iniziò un brevissimo ma intenso dialogo con un saluto ed ‘a rivederci a presto’.
Pochi mesi dopo, in occasione della festa della Madonna della Fiducia, patrona del Seminario, venne a farci visita, e mangiò con i seminaristi. Una tradizione che conservò nell’arco di tutto il suo pontificato. Il Papa come vescovo di Roma, amava curare, seguire, incoraggiare i suoi seminaristi.
Lo stesso anno, io ancora diacono, venni destinato nel servizio pastorale, come ‘assistente’ presso il Seminario Romano Minore.
Erano pochi i ragazzi studenti: dodici. Eppure in occasione del Natale, volle riceverci di prima Mattina presso il suo appartamento. Celebrare la messa con noi e fare colazione insieme a noi.
Era la prima volta che entravo nello studio e negli appartamenti del Papa. Non abbiamo avuto nessun imbarazzo. Ci ha fatto trovare a nostro agio. Ben presto ha voluto ricambiare la visita e per la prima (ed ultima volta, credo) un Papa venne a Visitare il Seminario Minore: il 24 maggio 1980
Era sempre molto curioso di sapere, conoscere, di vedere. Il suo rapporto umano era deciso, affettuoso e delicato.
Ho notato anche una certa timidezza. Forse è stata una mia impressione; ma nel momento in cui i tuoi occhi si incontravano con i suoi, allora ti sentivi molto rinfrancato: nella situazione interiore di colui che sente di aver detto tutto quello che avrebbe voluto dire e ascoltato tutto quello che avrebbe voluto ascoltare.
Sono diventato viceparroco a Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, nella periferia romana, territorio che è stato la radice delle mie origini umane e sociali.
Un giorno dal Cardinal Vicario Ugo Poletti, il parroco ricevette una telefonata con l’annuncio di una bella sorpresa: la visita Pastorale del Papa.
Il Papa era solito invitare a pranzo i Sacerdoti della Parrocchia che avrebbe visitato.
E fu la prima volta che mangiavo a casa del Papa, nella sua, non grande, ma decorosa sala da pranzo attigua agli appartamenti papali.
Venne lui stesso ad accoglierci e ci accompagnò nella sua cappella privata e lì sostammo per un momento di preghiera. Poi un semplice pranzo durante il quale ci chiedeva della Parrocchia, dei suoi problemi, della sua vita quotidiana: si interessava personalmente a tutti gli aspetti. Un pranzo cordiale, ma di lavoro.
Erano i primi anni di pontificato. Il Papa era giovane e le sue visite pastorali duravano a lungo.
Arrivò nel primo pomeriggio, verso le 16. Era il 15 marzo 1987. Durante le visite incontrava personalmente tutte le componenti della vita Parrocchiale: Consiglio Pastorale, Bambini, Giovani, Anziani ed ammalati. E anche la famiglia dei sacerdoti.
Non posso dimenticare la commozione di mia mamma e soprattutto di mio papà che era stato appena laringectomizzato e viveva nella sofferenza. Non posso dimenticare la sua carezza, il suo incoraggiamento nel momento iniziale della sua lunga croce. Quella stessa croce che Giovanni Paolo porterà su di se con gioia, forza e decisione fino agli ultimi istanti della Vita.
Poi la celebrazione della Messa.
Nei giorni precedenti la visita, avevamo incontrato il Cerimoniere Pontificio, Mons. Marini che, tra l’altro, iniziò il suo servizio proprio in quella occasione. Gli dissi che la Parrocchia era giovane e che eravamo soliti accompagnare i canti con la tastiera, chitarra elettrica, basso e batteria. Mi disse espressamente: ‘A me non piace: ma al Papa si! Fate come siete soliti fare…. Ma mi raccomando: con moderazione’. E così abbiamo fatto.
La Messa, gli incontri furono una gran festa che coinvolsero il Papa che con noi si mise a cantare canti da lui conosciuti.
La Messa si celebrò all’aperto: faceva molto freddo.
Incontrò poi i giovani della Parrocchia: Non esitò a rispondere alle domande che erano diventate prassi da porre al Papa durante l’incontro con loro. Non evitò neppure che gli facessero una domanda imbarazzante: Che cosa avrebbe raccontato ai giovani Cileni schiacciati dalla dittatura di Pinochet che avrebbe incontrato da lì a qualche giorno. Non si sbilanciò ma concluse dicendo: porterò il vostro abbraccio e la vostra preghiera.
Concluse la visita pastorale dopo aver sostato, rinfrancandosi, nel nostro appartamento. Erano quasi le 21.00.
Ero stato quasi cinque ore con il Papa.
Ebbene questa stessa esperienza, in tempi e modi conformi alla situazione, l’ho ripetuta per altre due volte.
Infatti nel 1990 per poco più di un anno sono stato Vice parroco alla Parrocchia Gesù Divin Maestro alla Pineta Sacchetti e lì ha fatto la visita Pastorale Domenica, 15 dicembre 1991
E da ultimo essendo Parroco a Dragoncello, ho accolto il papa nella mia Parrocchia del Santo Cirillo e Metodio Domenica, 15 febbraio 1998
Le visite sono state certamente più brevi. Il papa man mano negli anni era sempre più ammalato: ma il suo spirito, la sua cordialità, il suo affetto non è mai mutato.
I suoi occhi, i suoi profondi occhi, esprimevano tutto quanto avrebbe voluto dire ed ascoltare.
Potrei scrivere a testimonianza ancora molto: ma non posso e non voglio ripetermi se non ribadire che sono stato privilegiato e per me questa è stata una grazia del Signore.
Ora sotto la sua protezione voglio affidare questa Parrocchia di San Giacomo in Augusta cui sono stato affidato, perché anche in questa situazione c’è qualcosa che mi lega a lui: una Data!
Il mio insediamento solenne ed inizio di attività in questa Parrocchia è stato il 16 ottobre: la data della sua elezione a Pontefice.
Beato Giovanni Paolo II, proteggici.

Don Giuseppe

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