martedì 6 ottobre 2015

PROGETTO PER L’INTERVENTO DI RESTAURO DELLA STATUA MARMOREA DI SAN GIACOMO Di Ippolito Buzzi seconda metà del XVI sec....

STATO DI CONSERVAZIONE
L’opera si presenta in cattivo stato di conservazione. A un primo esame visivo si nota una pellicola di sporco grigiastro su tutta l’opera, alcune macchie giallastre e il panneggio risulta particolarmente scurito. Inoltre uno strato più sottile ed omogeneo di pulviscolo ottunde alla vista il tipo di finitura superficiale. La superficie del marmo sembra essere in buone condizioni di conservazione senza un tipo di degrado riconoscibile alla prima indagine conoscitiva. I problemi di conservazione che riguardano la parte scultorea dipendono soprattutto dal deposito della polvere che accumulandosi nelle zone orizzontali o sedimentate in quelle più profonde, accentuano in modo eccessivo i modellati.

INTERVENTI DI RESTAURO PREVISTI
Prima di eseguire le operazioni di restauro è importante effettuare alcuni saggi per la scelta più opportuna dei materiali, è altresì opportuno attenersi a delle specifiche procedure al fine di salvaguardare l’integrità del materiale e, allo stesso tempo, prepararlo in modo da garantire l’efficacia, più o meno incisiva, dell’intervento.

Operazioni preliminari:
Rimozione di depositi incoerenti superficiali presenti sul materiale che, a differenza delle croste, non intaccano la natura chimica del materiale, sarà eseguita ricorrendo a semplici sistemi meccanici: pennelli a setole morbide e piccoli aspiratori integrati da piccole spatole.
Analisi puntuale e dettagliata della consistenza dei materiali da pulire al fine di avere un quadro esplicativo relativo alla loro natura, compattezza ed inerzia chimica.

Operazioni di pulitura:
Lo scopo prefisso per le operazioni di pulitura è quello di asportare dalla superficie ogni tipo di deposito incoerente in particolare modo quelli che possono proseguire il deterioramento del materiale.
L’intervento di pulitura deve, principalmente, essere indirizzato ad eliminare la presenza di efflorescenze, croste nere, macchie, batteri, funghi, ecc. che provocano il lento deterioramento della materia e, laddove è presente, conservare la patina naturale.
La rimozione dei depositi di strati omogenei di composti idrosolubili o poco solubili (come croste nere), macchie originate da sostanze di natura organica, strati biologici (batteri, licheni e algali) sarà effettuata mediante impacchi assorbenti utilizzando gel (quali Agar-agar e Carbogel interponendo sulla superficie carta giapponese) in emulsioni magre (10% H2O, 90% etere di petrolio, 2gr. Brij 35, 20 ml. Tween 20 – acido acetico per Ph 5,5) e/o emulsioni più grasse con miscela Mek in Carbogel ( MetilEtilKetone 40%, Alcool Isopropilico 35% e Etere di petrolio 25%) e/o soluzioni di sali inorganici:carbonato o bicarbonato d’ammonio alternando le metodologie di trattamento dove necessita.
Rifinitura meccanica della pulitura lavaggio dell’opera con Tween20, ipoclorito diluito a tamponatura, impacco a tempo di Ossalato di Ammonio.
Trattamento per l’arresto dell’ossidazione o la protezione di elementi metallici che non necessitino la rimozione (se presenti).
Rimozione meccanica di stuccature di precedenti interventi di restauro solo nel caso non fossero più idonee a causa dei materiali costitutivi o dello stato di conservazione.
Stuccatura con malta idonea ove necessario.
Integrazione di parti mancanti (se riscontrate) nel caso in cui si ritenesse necessaria.
Reintegrazione e revisione cromatica ad acquarello (Windsor & Newton) e/o pigmenti puri per la equilibratura delle eventuali stuccature.
Daniela Caporali Viggiani; Maria Lia Carola









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