domenica 18 aprile 2010

LA DIMENSIONE CARITA' NELLA NOSTRA COMUNITA

Certamente, per la nostra Parrocchia, il momento principale della evangelizzazione e promozione della testimonianza cristiana nei diversi ambienti, è l’Eucaristia domenicale.
E’ il momento in cui si riflette e si propongono, anche concretamente, interventi che la testimonianza della Carità ci richiede.
Come piccola parrocchia del Centro, non abbiamo né possibilità di accoglienza, o di intervento continuativo, per mancanza assoluta di ambienti e strutture.
Quindi non abbiamo operatori in loco della Carità.
Non abbiamo Diaconi per questo servizio.
Nonostante questa constatazione, per quanto possiamo, la preghiera, la riflessione e anche il nostro contributo, nei vari ambiti, lo possiamo dare.
Ci rendiamo conto e sperimentiamo quali siano le grandi povertà della società di oggi. Ogni giorno, essendo la Chiesa parrocchiale,in via del Corso, decine e decine di persone passano a bussare alla porta.
Persone che vivono ai margini della società, tossicodipendenti, barboni, nomadi, malati di mente, portatori di handicap, ma anche padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro, persone che da un giorno all’altro si trovano in mezzo alla strada.
Davanti a tanta miseria possiamo solo accogliere ascoltare, indirizzare…. Ma molto spesso gli indirizzi cui noi inviamo sono da tempo conosciuti.
Ci verrebbe il desiderio di poter aiutare anche concretamente, ma non ne abbiamo la possibilità e neppure la competenza.
Ciò non toglie che iniziative atte a rendere sensibile la comunità a questo aspetto importante della vita cristiana le prendiamo:
 Siamo aperti a dare spazio durante la celebrazione domenicale ad Associazioni e Comunità di Volontariato per i diversi settori della vita sociale: ‘nuove povertà’ ‘tossicodipendenze’ ‘case famiglie’: almeno un paio di volte l’anno diamo questa disponibilità con relativa raccolta di fondi per l’associazione stessa.
 Sensibilizziamo già dall’età del catechismo i bambini su questo aspetto, facendo conoscere loro coetanei meno fortunati, accompagnandoli, una volta l’anno, presso le case-famiglia per portar loro doni e giocattoli. Nello stesso tempo dando molto spazio nella formazione catechistica a quello che è la ‘morale positiva’ una volta insegnata come le ‘sette opere di misericordia corporali e spirituali’.
 Ci siamo presi l’impegno di aiutare una comunità: ‘I testimoni della Carità’ che ha la loro sede in Acilia, luogo il in il parroco ha svolto il suo ministero. Per questo i fedeli vengono sensibilizzati non solo a donare dei contributi, ma anche a portare materialmente viveri durante la celebrazione della Messa domenicale.
 E’ presente un gruppo Vincenziano.
Questo Gruppo è presente nella Parrocchia da oltre 40 anni. Lo spirito di carità e di amore verso i più diseredati ed emarginati permea la Famiglia vincenziana. Pur essendo della nostra parrocchia e vivendo comunitariamente nella nostra parrocchia, le vincenziane si impegnano presso la Comuntà parrocchiale di Torbellamonaca, con la quale sono integrate, distribuendo mensilmente pacchi alimentari per 25 famiglie bisognose, con le quali hanno istaurato un rapporto di affetto e di confidenza. Un piccolo centro di ascolto in cui, quanti hanno bisogno vengono accolti ed aiutati per le imminenti necessità (bollette scadute, medicinali, libri scolastici). Inoltre la scuola di cucito presente nella Parrocchia, viene aiutata con il reperimento del materiale. Tutta la parrocchia di San Giacomo viene coinvolta in questa attività, soprattutto nel periodo di Avvento, durante il quale, oltre la testimonianza, viene fatta una vendita di beneficenza con lo scopo di coinvolgere quante più persone possibili in questo impegno e raccogliere fondi per portarlo avanti.
 Non è presente il gruppo missionario, ma, in qualche modo, si cerca di render presente questo aspetto della vita ecclesiale nella giornata Missionaria Mondiale e l’aiuto concreto nella adozione a distanza di una famiglia che da anni viene seguita dalla Parrocchia.

 Nel Territorio parrocchiale poi spicca l’esperienza della Rettoria di San Rocco che settimanalmente ha una Celebrazione liturgica con le persone di strada e dà la possibilità di una prima assistenza per varie necessità.

Ci sembra carente nella nostra prefettura un vero dialogo e condivisione delle varie esperienze. E’ vero che noi come singola parrocchia non potremmo donare a livello concreto molto di più, non avendo strutture, ma certamente si potrebbe collaborare in modo fruttuoso se ci fosse conoscenza e condivisione.

Anche all’interno del territorio parrocchiale si potrebbe, in questo ambito, molto di più collaborando con le rettorie presenti. Si dovrebbe creare un dialogo e comunione continua e non soltanto sporadica.

Notiamo anche noi la difficoltà a creare una vera proposta di animazione della cultura sulle grandi questioni del nostro tempo, quasi arrendendoci a una visione personalistica della nostra vita spirituale e religiosa.

L’ottimo rapporto della comunità parrocchiale e la struttura ospedaliera è stata interrotta drasticamente con la chiusura del ‘San Giacomo’ che dal 1350 operava nel nostro territorio ed è stato culla di Santi e grandi operatori della ‘Carità’!

Molto di più si potrebbe fare nella sensibilizzazione della cura dei sofferenti ed ammalati:
sia da parte delle famiglie interessate, trovando il modo per farle uscire dall’isolamento del dolore, sia dei fedeli che dovrebbero superare la paura ‘dell’interessamento’ del dolore dei vicini, sia nella formazione di persone che possano essere, insieme ai sacerdoti, protagonisti e segno dell’amore del Signore e della Chiesa.

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