Soprattutto
quando ricorrono anniversari, ci si rende conto di quanto sia relativo il
tempo. Quando si ricorda un fatto, una persona, una circostanza che ti ha
toccato, il poco ed il molto si incontrano: e, a secondo di come uno si sente,
si allontano.
Un fatto
sembra successo ieri e nello stesso tempo pare ci sia sempre stato o capitato
all’inizio della tua vita.
A me succede
così!
E’ già
trascorso un anno da quando, quel Venerdì Santo 2013, il primo del pontificato
di Papa Francesco, mi trovavo nell’ ufficio domandandomi che cosa dovessi fare.
Se chiudere almeno per un paio di ore la Chiesa e riposare o lasciarla aperta.
Ero ancora inebriato dall’incontro che avevo avuto con il Papa il giorno prima,
durante il pranzo cui fortuitamente ero stato invitato. Cercavo di fissare
nella mia mente le parole, i gesti, gli sguardi, i sorrisi di questo grande
Papa che lo Spirito ci aveva donato. Le parole che aveva detto, e detto proprio
a me: ‘le porte della Chiesa… tenete le porte della Chiesa aperte’
riecheggiavano nella mia mente. Ero stanco, non avevo chi mi sostituisse; dalla
mattina presto ero stato sempre in chiesa, guardando, ascoltando, guidando il
flusso continuo dei fedeli.
‘Ma no… mi
son detto, via le scuse, rimango!!!’, e così ho fatto.
Verso le 14,
si avvicina, domandandomi se poteva parlare con me, Carlotta, accompagnata dal
suo fidanzato.
Aveva girato
a lungo per trovare una chiesa aperta a quell’ora, e, trovatala, fu felice.
Carlotta,
bellissima, dolce, ferita nel corpo confusa nell’anima per quanto gli stava
capitando: un cancro devastante. Ancor più confusa quando, ascoltate le Parole
di Papa Francesco, sapeva che c’era una Croce da portare, la sua Croce. Abbiamo
parlato a lungo, anzi ha parlato a lungo, io ascoltavo tra il meravigliato,
commosso, sbigottito ma nello stesso tempo ammirato, folgorato da una
testimonianza che rendeva tangibile la presenza dello Spirito. Uno Spirito che
ha saputo trasformare in poco tempo un anima dolorante da una Crisalide in
Farfalla che, nella sua semplice bellezza, si librava attratta da Cristo.
Davanti alla
malattia, mai si era arresa ed aveva combattuto con tutte le sue forze, basta
guardare blog da lei creato, ‘il cancro e poi…’.
Ma cercava
qualcosa di più.
Passo dopo passo, come dice la nostra amica comune Antonella, per strade imperscrutabili,
ha raggiunto la nostra Chiesa, e sotto lo sguardo di Maria, Madonna dei
Miracoli, davanti alla quale tanto ha pregato, ha trovato ‘quel di più’: la forza dello Spirito
Santo.
Era il 29
marzo 2013. Sulle cicatrici delle sue operazioni si sono formate le ali per
volare.
Da quel
momento le sofferenze si son moltiplicate come paradossalmente è aumentata la
sua serenità.
Il 16 luglio
ci ha lasciato.
Umanamente c’è
poco da capire per come siano andate tutte le cose. C’è solo sofferenza e
dolore incomprensibile, innaturale.
Ma Carlotta
per tutti è stata e continua ad essere un riferimento, una stella, anche una
fonte di forza per chi si trova nel dolore.
Per me una
carezza che il Signore mi ha dato facendomi incontrare una così bella persona dentro
e fuori un anno fa….. ieri …. adesso che sto scrivendo.
Tutto ciò,
qualcosa vorrà pur dire… no?
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