Ricevo da Michele una proposta molto interessante inerente alle attività che si potrebbero svolgere durante l'Anno della Fede.
Volentieri la condivido con voi sul Blog.
Proposta dell’attività “Nostra Ecclesia”
finalizzata alla celebrazione
dell’Anno della Fede
In occasione dell’avvicinarsi della data dell’11 ottobre 2012 in cui
ricorre il cinquantenario dell’apertura del Concilio Vaticano II indetto da Sua
Santità Papa Giovanni XXIII si potrebbero realizzare delle attività che
favoriscano e sollecitino da parte di tutti i fedeli e del clero un maggior
coinvolgimento nella vita della Chiesa. Traendo ispirazione dal celebre
discorso “Gaudet Mater Ecclesia”, ritengo che il clero debba assolvere alla
funzione di stimolare i fedeli a vivere una vita partecipativa, attiva
nell’ambito della comunità cristiana. In una società come quella attuale,
permeata dal multiculturalismo, aggredita dalla perniciosa abitudine alla
mercificazione di tutti gli aspetti e i bisogni dell’uomo, nonché connotata dall’acclarata
strategia del sistema finaziario speculativo a rendere l’individuo eclusivamente
un acquiesciente utente/consumatore e che si caratterizza per la tendenza al
nichilismo e al relativismo morale e spirituale, reputo che la Chiesa non possa
restare passiva nell’attesa che i credenti ritrovino il cammino verso
l’ecumenismo, la solidarietà, la responsabilità sociale e familiare. Così come
Gesù si recò a cercare i suoi Apostoli per esortarli a diffondere la Parola di
Dio, allo stesso modo la Chiesa dovrebbe ampliare la propria offerta
partecipativa integrata alle famiglie e all’intera comunità dei fedeli.
Nello stato attuale di evidente necessità di riavvicinare i fedeli ad
una maggiore presenza nelle attività delle parrocchie, che non si limiti alla
mera partecipazione liturgica, si potrebbe organizzare un’attività (cui ho
attribuito la denominazione di “Nostra
Ecclesia”) basata su una serie di incontri tra le comunità parrocchiali delle
diverse città italiane tramite l’effettuazione di viaggi che abbiano valore didattico,
sia sotto l’aspetto culturale che spirituale: si potrebbe ciòè organizzare una serie
di viaggi di breve periodo durante il quale la comunità parrocchiale si reca in
trasferta in un’altra città italiana. Giunta in quella sede, la comunità
parrochiale sarà stimolata a svolgere attività di conoscenza della diversa
realtà parrocchiale presso cui si recherà in visita. Materialmente la
visita/incontro potrebbe svolgersi visitando un determinato numero di chiese
e/o conventi, o santuari esercitando nel contempo l’attività di preghiera, di
dialogo tra le diverse realtà parrocchiali, di penitenza e di comprensione
delle diverse problematiche che caratterizzano quel territorio. Ad esempio, la
comunità parrocchiale della nostra Basilica S. Giacomo in Augusta potrebbe recarsi
in visita presso la parrocchia (e la chiesa) di una città del Piemonte e
viceversa. In tal modo le comunità parrocchiali delle diocesi d’Italia
potrebbero incontrarsi nell’unità della Fede e pur nella diversità dei luoghi,
delle problematiche che quotidianamente affrontano; e ciò potrebbe anche
agevolare forme di rinnovata collaborazione e consolidamento delle sinergie tra
le Parrocchie e le stesse diocesi.
Se è vero che ciascun individuo tende a ritenersi appartenente al
territorio in cui vive ed opera, ed è pertanto interessato esclusivamente alle
dinamiche sociali di cui quotidianamente è parte integrante, allo stesso modo,
se si forniscono ai fedeli gli strumenti per ampliare la propria conoscenza
delle realtà parrocchiali in cui si articola l’operato della Chiesa, ciascuno
di loro avrà modo di recepire e comprendere in maniera più approfondita le
attività spirituali e sociali svolte nell’ambito delle varie diocesi e sarà
maggiormente esortato, quindi indotto all’assunzione delle proprie responsabilita
nella propria parrocchia, nella propria famiglia, nella propria società.
Organizzazione delle visite/incontri dell’attività “Nostra
Ecclesia”
L’organizzazione del viaggio potrebbe essere articolata nelle modalità
di seguito indicate:
·
Si potrebbero concordare i viaggi con l’Opera
Roma Pellegrinaggi che dispone di apparato logistico e mezzi di trasporto (pullman);
·
La permanenza nella diocesi, e quindi nella sede
parrocchiale prescelta e prestabilita, di altro capoluogo, potrebbe avere una
durata di 2 o 4 giorni;
·
Il periodo di svolgimento di tali visite/incontri
potrebbe essere stabilito a cadenza bimensile, oppure concentrato nel periodo
successivo alla Pentecoste quando il clima diviene generalmente più benevolo;
·
Per quel
che concerne il vitto e l’alloggio si potrebbero coinvolgere, i conventi, le
sedi parrocchiali (che abbiano una capacità di ospitalità e di accoglienza), le
case famiglia e le sedi ecclesiastiche che siano già preposte all’espletamento
di tale attività;
·
Ciascun membro della parrocchia parteciperebbe
all’iniziativa fornendo un contributo, necessario per sostenere le spese di
organizzazione, trasporto, vitto, alloggio, e varie. Ovviamente il costo di
partecipazione a tali visite/incontri dovrebbe essere minore per i bambini e
ragazzi fino ai 16 anni rispetto agli adulti.
Offrendo la possibilità, alle famiglie, agli anziani e ai giovani di
conoscere realtà di Fede diverse dalla propria favorirebbe un’interazione maggiore
tra le comunità parrocchiali e potrebbe costituire il viatico per una più
concreta partecipazione dei fedeli alle attività della propria parrocchia. In
tal modo, l’attività ludica, l’esperienza del viaggio, lo stimolo alla
conoscenza delle bellezze artistiche e architettoniche dei luoghi di culto
della ristianità e la scoperta della storia delle altre comunità parrocchiali
potrebbe far comprendere a ciascun fedele quanto sia realmente importante la
partecipazione attiva alla vita della Chiesa mediante l’esercizio quotidiano
della Fede, l’attività individuale e collettiva della preghiera, la dedizione
al prossimo e la determinazione ad assolvere ai propri compiti familiari e
sociali secondo il principio di responsabilità.
Questa iniziativa “Nostra Ecclesia” potrebbe realmente favorire un
dialogo tra le diverse comunità parrocchiali e porebbe stimolare le diocesi a
prevedere e organizzare forme più di dinamiche di associazione e partecipazione
dei fedeli alla vita della Chiesa. Ciascun fedele non si sentirebbe più isolato
nel silenzio della sua preghiera e nell’arduo sforzo di ricercare la Fede, ma
si percepirebbe come parte integrante e attiva di una comunità che opera per il
bene comune di ogni Cristiano (e anche dei non credenti) nel nome del Signore
Gesù. Si percepirebbe come parte di un’Ecclesia che realmente apre le braccia
all’umanità e all’amore che promana dai suoi fedeli e d offrirebbe loro una
possibilità di sentirsi testimoni della Verità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Michele Barbone