Una
settimana fa ci lasciava Patrizia Bin.
Molti della
nostra comunità, specialmente quanti frequentano la messa vespertina della domenica
alle 17.30, la conoscevano magari non
personalmente, ma perché leggeva fedelmente la Parola di Dio.
Sono molti
anni che pur abitando a Roma Nord, assieme al Marito Paolo, avevano deciso di
frequentare la nostra Chiesa.
E’ divenuta
per me un amica, sempre presente. Con l’andare degli anni l’ho conosciuta
profondamente testimoniandomi la sua grande fede e forza interiore. Non è stata
sempre fortunata ma tutto ha affrontato con ironia e forza. Circa tre anni fa,
forse più, mi ha comunicato della sua malattia: un cancro all’addome. Era molto
preoccupata ma fiduciosa. E in questi anni con coraggio è andata avanti, passo
dopo passo. Alcuni passi avanti ma molti indietro. Prima di un intervento
chirurgico ha voluto chiedere con consapevolezza l’unzione degli infermi. Lo ha
fatto pregando con me in sacrestia. Non voleva dare dolore al marito: questa
era la sua grande preoccupazione. Lavorando in ospedale nel laboratorio analisi, era cosciente della
gravità della situazione, ma era preoccupata per la sofferenza che avrebbe
potuto dare al Marito. Nel contempo Paolo sapendo della gravità della moglie
non voleva angosciarla con le notizie che gli erano pervenute. Si son sorretti così a vicenda. Uno aiutava l’altro.
Ha continuato
a venire, anche con dolori ed ha prestato il suo servizio di annunciatrice
della Parola. Mentre Paolo, come dicevamo ironicamente, ‘faceva Matteo, l’esattore
delle tasse’ raccogliendo la questua.
Sempre
allegra e con tanta forza, ha
partecipato ai momenti importanti della vita comunitaria, ricevendo ancora , ma
questa volta comunitariamente, durante la Messa, la Santa Unzione.
Solo nelle
ultime settimane non è stata presente. Prima perché si è rotta un femore e poi
per una broncopolmonite sopraggiunta. Siamo rimasti uniti telefonicamente finché una
settimana fa Paolo tra le lacrime mi ha dato la triste notizia.
Anche io sono
rimasto molto addolorato e ringraziandola, voglio affidare al Signore questa esile
creatura che qui a San Giacomo è stata ‘voce’ della sua Parola.