giovedì 23 aprile 2020

quaranta





Quarantanni, non è una ricorrenza ufficiale, come 10, 25 e 50
Un numero tondo, quaranta
Ma certamente è un numero Biblico: Quaranta anni del popolo di Israele nel deserto, quaranta giorni di Gesù….
Un numero molto attuale: quarantena
Il Signore mi è sempre stato vicino mi ha sempre accarezzato per mezzo della sua presenza e delle persone che mi ha messo accanto.  Mi ero ritenuto fortunatissimo quando sono diventato prete e sono stato mandato nella parrocchia accanto dove avevo vissuto la mia giovinezza la mia infanzia, potevo stare accanto a papà in mamma, è stata la prima carezza del Signore. Sono stato 11 anni un anno da diacono due anni da seminarista 9 anni da prete anzi più di 11 anni
Ero ancora molto e giovane potevo essere ancora aiutato psicologicamente dalla vicinanza di papà e mamma; andavo spesso da loro a mangiare, ogni domenica e festa, e potevo vedere sempre mia sorella che ho visto sposarsi; la sua famiglia, i miei nipotini; ed è stata per me una grande carezza del Signore.
il Signore mi ha messo accanto in questi primi anni delle persone per me importanti nella mia formazione umana e spirituale: quanti con affetto ne potrei ricordare…..
Ha messo sulla mia strada ragazzi poi giovani ed ora  papà e mamme con figli anche grandi.
Sacerdoti, che mi hanno formato amato, aiutato: Don Saverio, don Carlo, Don Gaspare…... che è ancora mio padre Spirituale e che fin da ragazzo, avevo 14 anni, mi ha fatto comprendere una cosa per me basilare: Il Signore mi ama per quello che sono, non per quello che devo diventare.
E poi 2 anni nella Chiesa Gesù Divin maestro alla pineta Sacchetti la prima chiesa costruita dopo il concilio Vaticano II con l'amicizia e l'aiuto di don Guido parroco sono stato aiutato ad avere un'apertura di mente più grande.
Ma immediatamente sono stato mandato a Dragoncello nell'estrema periferia di Roma: lì, con tutti i miei difetti le difficoltà iniziali, ma nello stesso tempo di doni che il Signore ci ha dato, ho cercato di costruire insieme a tanti che hanno camminato con me, una comunità Cristiana nelle persone e nelle strutture. Sono stato molto anni, momenti belli, a volte difficili, gioie e difficoltà, ma sempre accarezzato dall’affetto delle persone che il Signore mi ha messo accanto.
 Poi sono stato mandato qui al centro.
 Questo per me è stata una grande novità, non capivo bene le intenzioni del Signore, e all'inizio per qualche giorno prima della scelta, c’è stato disorientamento. Io sempre stato in periferia mi sono ritrovato al centro di Roma.
 Non nego la difficoltà intellettuale che provavo, ma con l'aiuto di mia sorella che mi hai incoraggiato, e dell'allora vescovo Monsignor Ernesto Mandara, dopo due giorni ho accettato. Ed anche questa è stata una grazia del signore non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo poco dopo.
Non è che siano andate bene le cose
umanamente: la morte dei miei genitori,
strutturalmente: la cacciata di casa con la chiusura dell’ospedale San Giacomo,
fisicamente: la malattia, e l’infermità.
Eppure ho sempre avuto accanto a me una carezza del Signore da parte delle persone da parte dei bambini da parte dei ragazzi mi sono sempre sentito accanto, con comprensione, aiuto, solidarietà.
Con esperienze bellissime con incontri che mi hanno toccato dentro: basti pensare a quello avito con Carlotta Nobile che ha segnato la mia vita.
Il Signore mi ha sempre voluto accarezzare mi ha sempre aiutato Io da parte mia come ho detto il giorno prima della mia ordinazione mi metto davanti al Signore dico eccomi signore sono così accettami per quello che sono so che tu ti fidi di me nonostante le mie difficoltà e debolezze, ma io sono così…
Allora oggi nella domenica della Divina Misericordia coincide  la data del quarantesimo anniversario della mia ordinazione: mi metto davanti al Signore come Tommaso in ginocchio dicendogli
mio Signore mio Dio
chiedendogli scusa per tutto il bene che mi ha voluto io non ho saputo ricambiare; però il Signore mi fa comprendere che lui si fa vedere come si fa toccare soprattutto nella sua tenerezza e nelle piaghe dei fratelli nel dolore degli altri
Allora mi sento come Tommaso, sono come lui, sono Didimo, parola che significa gemello, e io sono il gemello di Tommaso
Grazie Signore per tutto il bene che mi vuoi.
Grazie a tutti per il bene che mi volete
Perdonatemi se non ho saputo ricambiare.
Ma anche io vi voglio bene.