Il 29 ottobre, dopo una
lunga esistenza interamente dedicata alla famiglia e al lavoro, cristianamente
come ha vissuto, e' mancato all'affetto dei suoi cari l'Ing.
UMBERTO BELLIAZZI
(GIUMBA)
Cavaliere di Gran Croce
Profondamente addolorati
lo annunciano la moglie GIANNA LUCCHETTI, la figlia ANTONELLA ed i nipoti
ALESSANDRO con ILARIA, LUDOVICA e FRANCESCO e LUCA con CARLOTTA, che sempre lo
ricorderanno con infinito affetto.
Nell’ultimo saluto a Umberto, Giumba, anzitutto facciamo un atto di fede,
così come lo ha fatto Giobbe. Io so che il mio redentore è vivo. E così come il
vangelo di Giovanni ce lo ha promesso. Io lo resusciterò nell’ultimo giorno.
Quanto di bello ci ha dato diventa nel ricordo una testimonianza viva.
Il ricordo che non è soprattutto per chi gli è stato vicino, una memoria
fotografica, ma una memoria che entra nella carne, nella vita.
Sono contento di aver incontrato una persona che nel mio esser Pastore del
Tridente, ha fatto un pezzo di strada del so cammino con me.
Persona semplice ed ironica: mi avrebbe detto ora…. Don Giusè non la fare
troppo lunga. Semplice se pur nella sua grandezza di uomo che ha saputo essere
un grande nel lavoro.
Con me non si è mai vantato di sé stesso, ma piano piano in questi anni
attraverso i suoi racconti l’ho scoperto. Mi voleva molto bene ed era sempre
molto franco con me. Con il suo umorismo mi faceva capire anche quando nella
predica ero stato contorto. La sua battuta gioviale era sempre pronta. Con i
suoi racconti, nei lunghi pranzi che abbiamo fatto assieme mi faceva rivivere
vicende del passato, personaggi che hanno fatto nel bene o nel male la storia
degli ultimi decenni d’Italia.
Credente, di una fede ricercata anche
nella fragilità umana. Una fede nello stesso tempo semplice, formata sulla
tradizione e devozione. Un ricordo per tutti i suoi cari defunti cercando quasi
meticolosamente di ricordarli tutti.
Una forte devozione mariana, in modo
particolare cervo la madonna di Pompei.
Proprio con le ultime parole della
supplica, a lui tanto cara, voglio concludere questa riflessione:
O
Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci riannodi a Dio, vincolo di
amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza, negli assalti dell'inferno,
porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci
sarai conforto nell'ora di agonia, a te l'ultimo bacio della vita che si
spegne.
E
l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del
Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana
consolatrice dei mesti.
Sii ovunque
benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Amen.