Carissimi amici,
siamo arrivati alla festa di Natale. Anche quest’anno è
Natale ed è il nono che celebro con voi. Una bella festa che riempie il cuore
di tutti. Un po’ strumentalizzata, ma sempre suscita sentimenti di bontà. I
bambini sono molto più sensibili a questo momento. Per loro c’è anche attesa
(dei regali) e stupore (quando si aprono). Bisognerebbe trasformare, per loro e
anche per noi, questi due atteggiamenti, molto consumistici, in atteggiamenti
dell’anima. Attesa di Gesù, e stupore per quello che mi dice. E li possiamo
vivere questi atteggiamenti fermandoci a contemplare la grotta di Betlemme.
Guardare Gesù; nei suoi occhi, nella sua tenerezza, nella sua fragilità c’è
tutto; il nome ‘Gesù’ in ebraico
significa: Dio Salva. Partendo dalla mia persona, allargando lo sguardo a chi
mi sta accanto, fino a giungere i più lontani, posso spalancare i miei occhi alla
meraviglia della sua presenza accanto a me.
Ed allora tutti i sentimenti belli e buoni possono
affacciarsi nella mia mente e rendersi vivi nelle mie azioni.
Penso a voi tutti, chiedo al Signore per voi per le vostre
famiglie pace, serenità e benedizione. Voglio ricordare nelle mie preghiere voi
tutti.
Voglio ricordare Gabriele, il nostro bambino, che ancora con
tanta forza sta avviandosi verso il superamento della sua malattia. Sentiamoci
accanto alla sua famiglia, al papà alla mamma al fratello: il sorriso e la
forza del Signore li accompagni sempre.
Voglio ricordare tutti quanti in questo momento si trovano
afflitti dal dolore, e penso a Romana; dalla malattia di qualche caro, dalla
sofferenza di un padre una madre, un fratello una sorella. Vi porto nel cuore:
porto le vostre angosce e le vostre speranze.
Voglio affidare alla santa Famiglia tutte le vostre
preoccupazioni: quelle per la vostra famiglia, i vostro figli, l’avvenire il
presente ed il futuro: Maria non vi faccia sentire soli.
Voglio sentire vicino coloro che si trovano nella
solitudine, e ce ne sono. Non sappiamo a volte come fare, dovremmo rompere il
nostro pudore e la nostra paura di ‘interessarci’ per portare la tenerezza di
Gesù.
A nome vostro cercherò di aiutare con un sorriso, una
carezza, un po’ di cibo, la sofferenza di tante persone di ‘strada’ che passano
qui nella nostra Chiesa con il loro fardello di dolore.
Davanti al mistero di Betlemme metterò tutte le nostre vite:
accogliendo insieme a voi, la misericordia, la bontà e la salvezza del Bambino
Gesù.
Buon Natale, miei cari amici, e un Felice Nuovo Anno
Don Giuseppe, parroco