SCUOLA ARTI ORNAMENTALI - COMUNE DI ROMA
CORSO di RESTAURO DEL DIPINTO
Insegnanti: Daniela Caporali Viggiani
Gabriella Gaggi
Allievi:
Elisabetta Bianchi, Alisa Bystrova, Giulia Chellini, Maria Letizia Corradini, Giacomo Curatolo, Roberta Di Luca Sidozzi, Veronica Giorgetti, Montserrat Lasuncion Ascanio, Francesca Leone, Jacopo Verrecchia, Valentina Arena, Valentina Civita, Maria Grazia Corsanici, Martina Di Mario, Maddalena Corvaglia, Carolina Fontanella, Alfredo Guzzetti, Laura Lucibello, Michela Mezzomo Stucchi, Silvia Minella, Elisabetta Stefanini, Donatella Strazzeri, Angela Varanelli, Maria Elena Zitarelli.
CHIESA DI SAN GIACOMO IN AUGUSTA,
CAPPELLA DELLA MADONNA DEL ROSARIO
RELAZIONE DI RESTAURO
DELLA DECORAZIONE BASAMENTALE A FINTI MARMI SECOLO XX.
Intervento eseguito sotto il diretto controllo della Soprintendenza
Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per il Polo
Museale della città di Roma
Funzionario Storico Responsabile Dott.ssa Adriana Capriotti
Notizie storiche
La chiesa risale ad una
piccola cappella dedicata nel 1347 a san Giacomo apostolo, quando venne fondato
l’Ospedale di san Giacomo degli Incurabili. L’integrale ricostruzione
dell’ospedale ad opera del Cardinale Antonio Maria Salviati cominciò nel 1579 e
lo stesso nel 1592 fece iniziare la ricostruzione e l’ampliamento della chiesa
di San Giacomo. Il nome in Augusta deriva dalla vicinanza del mausoleo di
Augusto che si trova nelle vicinanze. I lavori furono affidati all’architetto
Francesco Capriani da Volterra, al quale subentrò nel 1598 Carlo Maderno. I
lavori terminarono nel 1602. La chiesa fu protagonista di un restauro voluto da
Pio IX dopo che fu trasformata in stalla durante la Repubblica Romana del 1849,
perdendo gran parte delle opere e dell’arredo. Il rifacimento comportò la
tinteggiatura di tutta la chiesa, la messa in opera dell’affresco della volta e
il pavimento marmoreo nel 1863. Nei
primi anni dello scorso secolo, la chiesa ha subito un’altra ampia campagna di
ridecorazione che è ora l’elemento che caratterizza maggiormente l’aspetto
dell’interno della chiesa.
(Particolare a destra dell'altare prima del restauro)
(Particolare a destra dell'altare dopo restauro)
Stato di conservazione
La decorazione (m 1,4 x m 12) si presentava in pessimo stato di conservazione, con gravi problemi di adesione e coesione dovuti principalmente all’umidità e all’incuria. La pellicola pittorica era scarsamente coesa per la naturale debolezza della tecnica di esecuzione; in alcune zone circoscritte erano presenti sollevamenti a scaglie e distacchi del colore. I danni maggiori causati da problemi di umidità di risalita avevano creato ampi distacchi dell’intonaco e perdite di pellicola pittorica. Le superfici dipinte erano coperte da uno strato di particellato atmosferico, polveri grasse, cataboliti animali e altre sostanze incoerenti di varia natura quali sostanze organiche e cera. La cromia ne risultava alterata. La parete più danneggiata da tali problemi risultava essere quella a destra.
Come per le altre cappelle, anche per la Cappella del Rosario, l’apparato decorativo è ben studiato e ben eseguito: la tecnica utilizzata sembra essere tempera a caseina.
Molti gli interventi precedenti: stuccature con gesso, cemento, estesi ritocchi a tempera e ad olio. L’attenta osservazione delle superfici dipinte seguita da alcune indagini stratigrafiche ha evidenziato tracce della pittura originale affresco.
La decorazione (m 1,4 x m 12) si presentava in pessimo stato di conservazione, con gravi problemi di adesione e coesione dovuti principalmente all’umidità e all’incuria. La pellicola pittorica era scarsamente coesa per la naturale debolezza della tecnica di esecuzione; in alcune zone circoscritte erano presenti sollevamenti a scaglie e distacchi del colore. I danni maggiori causati da problemi di umidità di risalita avevano creato ampi distacchi dell’intonaco e perdite di pellicola pittorica. Le superfici dipinte erano coperte da uno strato di particellato atmosferico, polveri grasse, cataboliti animali e altre sostanze incoerenti di varia natura quali sostanze organiche e cera. La cromia ne risultava alterata. La parete più danneggiata da tali problemi risultava essere quella a destra.
Come per le altre cappelle, anche per la Cappella del Rosario, l’apparato decorativo è ben studiato e ben eseguito: la tecnica utilizzata sembra essere tempera a caseina.
Molti gli interventi precedenti: stuccature con gesso, cemento, estesi ritocchi a tempera e ad olio. L’attenta osservazione delle superfici dipinte seguita da alcune indagini stratigrafiche ha evidenziato tracce della pittura originale affresco.
(Particolare a sinistra dell'altare prima del restauro)
Particolare a sinistra dell'altare dopo il restauro
Intervento di restauro
Le indagini preliminari dello stato di conservazione, l’osservazione e le analisi dettagliate delle superfici dipinte mediante la visione a luce radente, hanno consentito di progettare il seguente intervento conservativo:
Rimozione dei depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse.
Rimozione dei depositi superficiali parzialmente coerenti a mezzo di spugne sintetiche o
pani di gomma
Trattamento con sostanze biocide per eliminare e prevenire attacchi di microrganismi e organismi biodeteriogeni con applicazione a pennello e a spruzzo.
Consolidamento della coesione della pellicola pittorica mediante applicazione di prodotto consolidante, Primal AC 33 in emulsione a bassa concentrazione applicata a pennello con carta giapponese e successiva pressione a spatola.
Ristabilimento della adesione degli strati pittorici, con resina acrilica in emulsione applicata mediante infiltrazione con siringa e pressione a spatola.
Consolidamento di profondità mediante infiltrazione con siringhe di LedanTB1.
Pulitura e rimozione di incrostazioni, ridipinture e strati aderenti alla pellicola pittorica con applicazione di resine scambiatrici di ioni e miscela di ammoniaca ad impacco e tampone.
Risciacquo con acqua distillata ed applicazione di materiale assorbente per la rimozione di polvere parzialmente aderente al dipinto e di residui delle miscele utilizzate per le operazioni di pulitura.
Rimozione meccanica di stuccature eseguite durante precedenti interventi che per composizione o morfologia sono risultate inidonee alla superficie del dipinto.
Stuccatura di cadute degli strati preparatori con malta idraulica e Polyfilla.
Revisione dei vecchi interventi e reintegrazione di tipo mimetica ad acquarello delle lacune stuccate a livello con il fine di restituire l'unità di lettura cromatica dell'opera.
Protezione superficiale mediante applicazione di resina chetonica in soluzione a bassa concentrazione.
Le indagini preliminari dello stato di conservazione, l’osservazione e le analisi dettagliate delle superfici dipinte mediante la visione a luce radente, hanno consentito di progettare il seguente intervento conservativo:
Rimozione dei depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse.
Rimozione dei depositi superficiali parzialmente coerenti a mezzo di spugne sintetiche o
pani di gomma
Trattamento con sostanze biocide per eliminare e prevenire attacchi di microrganismi e organismi biodeteriogeni con applicazione a pennello e a spruzzo.
Consolidamento della coesione della pellicola pittorica mediante applicazione di prodotto consolidante, Primal AC 33 in emulsione a bassa concentrazione applicata a pennello con carta giapponese e successiva pressione a spatola.
Ristabilimento della adesione degli strati pittorici, con resina acrilica in emulsione applicata mediante infiltrazione con siringa e pressione a spatola.
Consolidamento di profondità mediante infiltrazione con siringhe di LedanTB1.
Pulitura e rimozione di incrostazioni, ridipinture e strati aderenti alla pellicola pittorica con applicazione di resine scambiatrici di ioni e miscela di ammoniaca ad impacco e tampone.
Risciacquo con acqua distillata ed applicazione di materiale assorbente per la rimozione di polvere parzialmente aderente al dipinto e di residui delle miscele utilizzate per le operazioni di pulitura.
Rimozione meccanica di stuccature eseguite durante precedenti interventi che per composizione o morfologia sono risultate inidonee alla superficie del dipinto.
Stuccatura di cadute degli strati preparatori con malta idraulica e Polyfilla.
Revisione dei vecchi interventi e reintegrazione di tipo mimetica ad acquarello delle lacune stuccate a livello con il fine di restituire l'unità di lettura cromatica dell'opera.
Protezione superficiale mediante applicazione di resina chetonica in soluzione a bassa concentrazione.
CAPPELLA PRIMA DEL RESTAURO
CAPPELLA DOPO IL RESTAURO