venerdì 6 settembre 2013
Scarica il Libretto della veglia di preghiera con papa Francesco
Per chi non potesse partecipare personalmente alla preghiera in piazza (anche io sto valutando le forze fisiche per la mia presenza) si può sempre partecipare con i mezzi che ci vengono offerti dai media, in modo particolare la televisione.
Sarà trasmessa sicuramente da tv2000 canale 28.
Domani è il giorno del digiuno e della veglia di preghiera chiesta da papa Francesco per la pace. La sala stampa vaticana ha reso disponibile on line il libretto della celebrazione (lo potete scaricare qui) che inizierà alle 19 in piazza san Pietro.
Si potrà seguire e partecipare meglio alla preghiera anche da casa.
Il Papa in questi giorni – da quando, con sempre più insistenza, il presidente Barack Obama ha fatto capire di voler attaccare, con o senza l’Onu – ha moltiplicato i suoi appelli per scongiurare un intervento. Già nell’Angelus del 25 agosto, poi ripetuto nell’ultimo Angelus del 1 settembre e ancora all’udienza generale, il pontefice ha chiesto di evitare il conflitto.
Ieri, lo ha fatto di nuovo con una lettera al presidente russo Vladimir Putin, impegnato a San Pietroburgo con i grandi della Terra al G20
(fonte TEMPI)
La lettera del Papa a Putin
A Sua Eccellenza
Il Sig. Vladimir PUTIN
Presidente della Federazione Russa
Nell’anno in corso, Ella ha l’onore e la responsabilità di presiedere il Gruppo delle venti più grandi economie mondiali. Sono consapevole che la Federazione Russa ha partecipato a tale Gruppo sin dalla sua creazione e ha svolto sempre un ruolo positivo nella promozione della governabilità delle finanze mondiali, profondamente colpite dalla crisi iniziata nel 2008.
Il contesto attuale, altamente interdipendente, esige una cornice finanziaria mondiale, con proprie regole giuste e chiare, per conseguire un mondo più equo e solidale, in cui sia possibile sconfiggere la fame, offrire a tutti un lavoro degno, un’abitazione decorosa e la necessaria assistenza sanitaria.
La Sua presidenza del G20 per l’anno in corso ha assunto l’impegno di consolidare la riforma delle organizzazioni finanziarie internazionali e di arrivare ad un consenso sugli standard finanziari adatti alle circostanze odierne.
Ciononostante, l’economia mondiale potrà svilupparsi realmente nella misura in cui sarà in grado di consentire una vita degna a tutti gli esseri umani, dai più anziani ai bambini ancora nel grembo materno, non solo ai cittadini dei Paesi membri del G20, ma ad ogni abitante della Terra, persino a coloro che si trovano nelle situazioni sociali più difficili o nei luoghi più sperduti.
In quest’ottica, appare chiaro che nella vita dei popoli i conflitti armati costituiscono sempre la deliberata negazione di ogni possibile concordia internazionale, creando divisioni profonde e laceranti ferite che richiedono molti anni per rimarginarsi. Le guerre costituiscono il rifiuto pratico a impegnarsi per raggiungere quelle grandi mete economiche e sociali che la comunità internazionale si è data, quali sono, per esempio, i Millennium Development Goals. Purtroppo, i molti conflitti armati che ancora oggi affliggono il mondo ci presentano, ogni giorno, una drammatica immagine di miseria, fame, malattie e morte. Infatti, senza pace non c’è alcun tipo di sviluppo economico. La violenza non porta mai alla pace condizione necessaria per tale sviluppo.
L’incontro dei Capi di Stato e di Governo delle venti maggiori economie, che rappresentano due terzi della popolazione e il 90% del PIL mondiale, non ha la sicurezza internazionale come suo scopo principale. Tuttavia, non potrà far a meno di riflettere sulla situazione in Medio Oriente e in particolare in Siria. Purtroppo, duole costatare che troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui stiamo assistendo.
I leader degli Stati del G20 non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace. A tutti loro, e a ciascuno di loro, rivolgo un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare.
Ci sia, piuttosto, un nuovo impegno a perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale. Inoltre, è un dovere morale di tutti i Governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese.
Signor Presidente, sperando che queste riflessioni possano costituire un valido contributo spirituale al vostro incontro, prego per un esito fruttuoso dei lavori del G20. Invoco abbondanti benedizioni sul Vertice di San Pietroburgo, su tutti i partecipanti, sui cittadini di tutti gli Stati membri e su tutte le attività e gli impegni della Presidenza Russa del G20 nell’anno 2013.
Nel chiederLe di pregare per me, profitto dell’opportunità per esprimere, Signor Presidente, i miei più alti sentimenti di stima.
Dal Vaticano, 4 settembre 2013
FRANCESCO
Ai genitori dei bambini che frequenteranno la catechesi
Quando avete battezzato i vostri bambini, il sacerdote vi ha chiesto: "cari Genitori, chiedendo il battesimo per il vostro bambino voi vi impegnate ad educarlo nella fede, perché nell'osservanza dei comandamenti impari ad amare Dio e il prossimo. Siete consapevoli di questa vostra responsabilità?" E voi avete risposto di si. Ora concretamente voi, accompagnando i bambini a ricevere la prima comunione, realizzate questa promessa. Ma non è sufficiente 'lasciarli' in parrocchia, perché i preti, aiutati dai catechisti, compiano il loro dovere di evangelizzazione. Anche voi siete i protagonisti di questa educazione religiosa.
Seguire i ragazzi nel loro cammino, è il vostro primo e più importante compito. Anzitutto permettendo loro di partecipare "sempre" sia agli incontri di catechesi, come alla Messa domenicale. Bisogna organizzare le attività in modo che l'incontro non venga a mancare se non per non programmabili necessità. Molte volte nella gerarchia dei valori, quello della fede, occupa un posto irrilevante. Tutto passa avanti. Questo è quanto di più deleterio possa capitare, in quanto il bambino relativizzerà la sua vita di fede così come viene relativizzata la sua presenza al catechismo o alla messa.
E la vita spirituale diventa solo un appendice di tutto il resto che viene mostrato come più importante.
Educare alla fede significa mettere al loro posto i valori nella scala delle priorità della nostra vita.
Bisogna, poi, che i genitori si interessino a quanto stanno facendo i propri figli, anche nella loro crescita religiosa. Significa questo due cose: anzitutto domandare a casa quello che stanno facendo durante gli incontri, guardare i loro quaderni e discutere qualche volta con loro delle cose scoperte. L'interesse, inoltre, significa parlare con i catechisti di tanto in tanto, verificare con loro la crescita spirituale del bambino, vedere se nella prassi di vita si concretizzano i valori di fede che vengono proposti negli incontri.
Infine, educare alla fede, vuol dire aiutare il bambino ad entrare in comunione con Dio mediante la preghiera. Questo significa che i genitori non solo devono ricordare al bambino di pregare, ma qualche volta devono pregare con lui, realizzando così il loro compito sacerdotale nella famiglia che viene chiamata Piccola Chiesa domestica.
La Catechesi: è un momento fondamentale nella formazione del bambino. E' importante che non manchi. Ci auguriamo che la sua partecipazione sia attiva e che segua attentamente quanto viene proposto.
A questo proposito mi sembra importante dover ribadire la loro presenza e partecipazione alla Messa domenicale.
Noi cerchiamo ad insegnare ai vostri figli l’essenza della vita cristiana. La legge del Signore. Il compendio della legge del Signore è: amerai il Signore tuo Dio, ed il prossimo tuo come te stesso.
Due amori che sono inscindibili.
Amare Dio significa, ricordarlo, ringraziarlo. Ed il più alto ringraziamento è rispettare il comando del Signore: “Ricordati di santificare le feste”.
Pertanto è nostro impegno educare i bambini a questa dimensione che non è un ‘optional’ ma parte fondamentale del loro cammino di Fede. Pertanto i bambini devono partecipare all'Eucaristia. I bambini vengono preparati alla Prima Comunione e la Comunione si riceve durante la Messa. Allora diventa un controsenso preparare i bambini ad una cosa cui non partecipano.
E, l'abitudine ad andare a Messa, si acquista con pazienza nel tempo. Non viene da solo perché uno ha fatto la prima comunione. Anzi, molto spesso, la prima, diventa anche l'ultima comunione e questo sarebbe un grave peccato per lui e per noi tutti.
Capite bene che se il bambino vede che il genitore non partecipa alla Messa, anche per lui questo momento diventa poco importante. Se il Papà o la Mamma ritengono poco importante la partecipazione come può risultare importante per loro?
Dunque la partecipazione alla Messa è anche un vostro impegno.
Voi siete i garanti della fede dei bambini.
Don Giuseppe
Seguire i ragazzi nel loro cammino, è il vostro primo e più importante compito. Anzitutto permettendo loro di partecipare "sempre" sia agli incontri di catechesi, come alla Messa domenicale. Bisogna organizzare le attività in modo che l'incontro non venga a mancare se non per non programmabili necessità. Molte volte nella gerarchia dei valori, quello della fede, occupa un posto irrilevante. Tutto passa avanti. Questo è quanto di più deleterio possa capitare, in quanto il bambino relativizzerà la sua vita di fede così come viene relativizzata la sua presenza al catechismo o alla messa.
E la vita spirituale diventa solo un appendice di tutto il resto che viene mostrato come più importante.
Educare alla fede significa mettere al loro posto i valori nella scala delle priorità della nostra vita.
Bisogna, poi, che i genitori si interessino a quanto stanno facendo i propri figli, anche nella loro crescita religiosa. Significa questo due cose: anzitutto domandare a casa quello che stanno facendo durante gli incontri, guardare i loro quaderni e discutere qualche volta con loro delle cose scoperte. L'interesse, inoltre, significa parlare con i catechisti di tanto in tanto, verificare con loro la crescita spirituale del bambino, vedere se nella prassi di vita si concretizzano i valori di fede che vengono proposti negli incontri.
Infine, educare alla fede, vuol dire aiutare il bambino ad entrare in comunione con Dio mediante la preghiera. Questo significa che i genitori non solo devono ricordare al bambino di pregare, ma qualche volta devono pregare con lui, realizzando così il loro compito sacerdotale nella famiglia che viene chiamata Piccola Chiesa domestica.
La Catechesi: è un momento fondamentale nella formazione del bambino. E' importante che non manchi. Ci auguriamo che la sua partecipazione sia attiva e che segua attentamente quanto viene proposto.
A questo proposito mi sembra importante dover ribadire la loro presenza e partecipazione alla Messa domenicale.
Noi cerchiamo ad insegnare ai vostri figli l’essenza della vita cristiana. La legge del Signore. Il compendio della legge del Signore è: amerai il Signore tuo Dio, ed il prossimo tuo come te stesso.
Due amori che sono inscindibili.
Amare Dio significa, ricordarlo, ringraziarlo. Ed il più alto ringraziamento è rispettare il comando del Signore: “Ricordati di santificare le feste”.
Pertanto è nostro impegno educare i bambini a questa dimensione che non è un ‘optional’ ma parte fondamentale del loro cammino di Fede. Pertanto i bambini devono partecipare all'Eucaristia. I bambini vengono preparati alla Prima Comunione e la Comunione si riceve durante la Messa. Allora diventa un controsenso preparare i bambini ad una cosa cui non partecipano.
E, l'abitudine ad andare a Messa, si acquista con pazienza nel tempo. Non viene da solo perché uno ha fatto la prima comunione. Anzi, molto spesso, la prima, diventa anche l'ultima comunione e questo sarebbe un grave peccato per lui e per noi tutti.
Capite bene che se il bambino vede che il genitore non partecipa alla Messa, anche per lui questo momento diventa poco importante. Se il Papà o la Mamma ritengono poco importante la partecipazione come può risultare importante per loro?
Dunque la partecipazione alla Messa è anche un vostro impegno.
Voi siete i garanti della fede dei bambini.
Don Giuseppe
Catechesi dei bambini e dei ragazzi
Prima comunione: terza (1°anno) quarta (2°anno) scuola elementare
Cresima: prima (1°anno) seconda (2° anno) scuola media
Il giorno del catechismo dei
bambini della prima Comunione, primo e secondo anno è il mercoledì 17.00 alle 18.00. La
stanza della catechesi sarà già aperta alle 16.30
Il giorno di catechesi
dei ragazzi di cresima è sempre il mercoledì, dalle 18.00
alle 19.00.
Si sta approntando un gruppo di ragazzi
che fatta la cresima vogliono continuare un percorso di fede per loro il
giorno indicato è il martedì alle 17.30
Si vuole
formare un gruppo di adolescenti delle
scuole superiori che non avessero fatto la cresima. Chi fosse interessato
chieda direttamente a don Giuseppe
La Messa domenicale per bambini, ragazzi
e le famiglie è alle 11.30
L’inizio della catechesi sarà
domenica 13 ottobre con la Messa.
Nella settimana successiva avranno
inizio gli incontri
|
Da Mercoledì 18 settembre, fino all’11
ottobre ci saranno le Iscrizioni
dei bambini e ragazzi che si
preparano a ricevere i sacramenti della Eucarisitia e Cresima. Tutti
i genitori sono invitati ad incontrarsi
con Don Giuseppe, sia di coloro che hanno frequentato come dei nuovi, sia dei
ragazzi ed adolescenti, dal martedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00 (alle 17.30 c’è
la messa)
Tel 063219419; d. Giuseppe 3473912560, dongiuseppetrappolini@yahoo.it
|
Orario Invernale della Santa Messa
(da
sabato 14 settembre)
Dal
lunedì al venerdì
ore
8.30 e 17.30
sabato
ore
17.30
Domenica
e festivi
ore
8,30;10,30; 11,30; 17.30; 18.30
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