BREVE STORIA DELLA PARROCCHIA DI SAN
GIACOMO IN AUGUSTA
Dalla sua inaugurazione (anno 1602) e
per oltre due secoli la chiesa fu sempre adibita come cappella maggiore
dell'Ospedale S. Giacomo. L'Ospedale aveva un'altra cappella in Via Ripetta: S.
Maria in porta Paradisi, molto bella, ricca di sculture e di affreschi, ma
alquanto piccola. Per le grandi cerimonie e commemorazioni veniva usata la
grande chiesa che serviva anche a luogo di convegni, conferenze, dibattiti,
mancando all'ospedale una grande aula adatta allo scopo.
Nei mesi in cui si svolgeva la cura del morbo gallico (sifilide), in particolare nel mese di luglio, la chiesa era piena di infermi in preghiera per i rituali esercizi spirituali per purificare l'anima come preparazione alla guarigione del corpo. Anche Gesù nella guarigione del paralitico aveva usato lo stesso metodo: prima il perdono dei peccati, poi la guarigione dalla paralisi (Matteo cap. 9).
Il tutto era gestito dal Pio Istituto S. Spirito da cui dipendevano tutti gli ospedali romani.
La Chiesa venne aperta al culto già nel 1600 anno santo della Redenzione. Il 16 marzo 1602 moriva il munifico Cardinale Antonio Salviati da tutti rimpianto e venne sepolto sotto l'altare maggiore, il 2 luglio venne consacrata solennemente.
In seguito, nel 1600 e 1700, la chiesa ebbe buoni lasciti ed eredità per cui poté essere ornata da pitture, quadri ed affreschi, ridipinta e ripulita più volte. Era adibita a grandiose funzioni per i malati dell'ospedale, esercizi spirituali e liturgie. Si curava contemporaneamente lo spirito ed il corpo, anzi prima lo spirito affinché il corpo venisse guarito.
Aumentando la popolazione e le abitazioni in data 1 Novembre 1824 il Papa Leone XII costituiva la parrocchia S. Giacomo con il suo territorio desunto dalle parrocchie confinanti: S. Maria del Popolo, S. Rocco, S. Andrea delle fratte. All'inizio del 1825 fu eletto il primo parroco d. Domenico Capo. Nel 1849 subì i danni della repubblica Romana. Giuseppe Garibaldi per circa un anno la ridusse a stalla per i suoi cavalli asportandone mobili e quadri che bruciò in Piazza del Popolo con altri banchi di chiese, su istigazione di Angelo Brunetti , il rivoluzionario soprannominato Ciceruacchio. Era in uno stato pietoso, quando il Papa Pio IX (1860 1863) dopo l'esilio di Gaeta rifece a sue spese la tinteggiatura di tutta la Chiesa, l'affresco della grande volta, i quadri e lo splendido pavimento marmoreo nel 1863. Il Pontefice stesso venne ad inaugurarlo con grande solennità. Parrocchiano fu lo stesso Ciceruacchio. Parrocchiano era il poeta romanesco Trilussa (Carlo A. Salustri) che venne battezzato in questa chiesa nel 1871.
La vita parrocchiale fu molto fiorente alla fine del secolo scorso: numerosi i fedeli (oltre 10 mila), popolata di ragazzi e giovani; sorsero in parrocchia molte associazioni, confraternite e gruppi d'indole culturale, caritativo, assistenziale e religioso. All'inizio del secolo se ne contavano ben 26. Merita particolare menzione la Compagnia di S. Giuseppe con oltre 1600 iscritti con finalità religiose, caritative ed assistenziali. Aveva anche un speciale reparto per i suoi soci defunti al cimitero dei Verano.
Venivano celebrate con grande solennità le feste patronali di S. Giacomo (25 Luglio) e della Madonna dei miracoli (prima domenica di Luglio) con particolari funzioni, luminarie e processioni. Molto frequentate le SS. Quarantore, le processioni in Via del Corso e le funzioni della settimana santa. Tra il 1890 ed il 1912 si fecero molti e grandi restauri con il contributo dei parrocchiani (decorazione dell'intera chiesa, restauro delle cappelle del Crocefisso, di S. Giuseppe, del S. Cuore e della Madonna di Pompei). Fu celebrato con grande solennità il primo centenario della parrocchia (1925). La parrocchia era molto popolata e la frequenza alla chiesa era assidua e dinamica. Negli anni 1943-44 trovarono rifugio nelle stanze o meglio nei soffitti della chiesa parecchi ricercati politici ed ebrei. Dal 1945 al 1982 la parrocchia gesti il Nido d'Infanzia con, numerosi bambini assistiti dalle Suore Ospedaliere. Veniva pubblicata anche una bella rivista quadrimestrale diretta dal parroco d. Paolo De Angelis, molto apprezzata.
Nei mesi in cui si svolgeva la cura del morbo gallico (sifilide), in particolare nel mese di luglio, la chiesa era piena di infermi in preghiera per i rituali esercizi spirituali per purificare l'anima come preparazione alla guarigione del corpo. Anche Gesù nella guarigione del paralitico aveva usato lo stesso metodo: prima il perdono dei peccati, poi la guarigione dalla paralisi (Matteo cap. 9).
Il tutto era gestito dal Pio Istituto S. Spirito da cui dipendevano tutti gli ospedali romani.
La Chiesa venne aperta al culto già nel 1600 anno santo della Redenzione. Il 16 marzo 1602 moriva il munifico Cardinale Antonio Salviati da tutti rimpianto e venne sepolto sotto l'altare maggiore, il 2 luglio venne consacrata solennemente.
In seguito, nel 1600 e 1700, la chiesa ebbe buoni lasciti ed eredità per cui poté essere ornata da pitture, quadri ed affreschi, ridipinta e ripulita più volte. Era adibita a grandiose funzioni per i malati dell'ospedale, esercizi spirituali e liturgie. Si curava contemporaneamente lo spirito ed il corpo, anzi prima lo spirito affinché il corpo venisse guarito.
Aumentando la popolazione e le abitazioni in data 1 Novembre 1824 il Papa Leone XII costituiva la parrocchia S. Giacomo con il suo territorio desunto dalle parrocchie confinanti: S. Maria del Popolo, S. Rocco, S. Andrea delle fratte. All'inizio del 1825 fu eletto il primo parroco d. Domenico Capo. Nel 1849 subì i danni della repubblica Romana. Giuseppe Garibaldi per circa un anno la ridusse a stalla per i suoi cavalli asportandone mobili e quadri che bruciò in Piazza del Popolo con altri banchi di chiese, su istigazione di Angelo Brunetti , il rivoluzionario soprannominato Ciceruacchio. Era in uno stato pietoso, quando il Papa Pio IX (1860 1863) dopo l'esilio di Gaeta rifece a sue spese la tinteggiatura di tutta la Chiesa, l'affresco della grande volta, i quadri e lo splendido pavimento marmoreo nel 1863. Il Pontefice stesso venne ad inaugurarlo con grande solennità. Parrocchiano fu lo stesso Ciceruacchio. Parrocchiano era il poeta romanesco Trilussa (Carlo A. Salustri) che venne battezzato in questa chiesa nel 1871.
La vita parrocchiale fu molto fiorente alla fine del secolo scorso: numerosi i fedeli (oltre 10 mila), popolata di ragazzi e giovani; sorsero in parrocchia molte associazioni, confraternite e gruppi d'indole culturale, caritativo, assistenziale e religioso. All'inizio del secolo se ne contavano ben 26. Merita particolare menzione la Compagnia di S. Giuseppe con oltre 1600 iscritti con finalità religiose, caritative ed assistenziali. Aveva anche un speciale reparto per i suoi soci defunti al cimitero dei Verano.
Venivano celebrate con grande solennità le feste patronali di S. Giacomo (25 Luglio) e della Madonna dei miracoli (prima domenica di Luglio) con particolari funzioni, luminarie e processioni. Molto frequentate le SS. Quarantore, le processioni in Via del Corso e le funzioni della settimana santa. Tra il 1890 ed il 1912 si fecero molti e grandi restauri con il contributo dei parrocchiani (decorazione dell'intera chiesa, restauro delle cappelle del Crocefisso, di S. Giuseppe, del S. Cuore e della Madonna di Pompei). Fu celebrato con grande solennità il primo centenario della parrocchia (1925). La parrocchia era molto popolata e la frequenza alla chiesa era assidua e dinamica. Negli anni 1943-44 trovarono rifugio nelle stanze o meglio nei soffitti della chiesa parecchi ricercati politici ed ebrei. Dal 1945 al 1982 la parrocchia gesti il Nido d'Infanzia con, numerosi bambini assistiti dalle Suore Ospedaliere. Veniva pubblicata anche una bella rivista quadrimestrale diretta dal parroco d. Paolo De Angelis, molto apprezzata.