martedì 30 luglio 2013
Trascrizione integrale della Conferenza stampa di Papa Francesco sull'aereo, ieri ritornando dal Brasile
Se si ha pazienza è molto meglio leggersi la trascrizione integrale, piuttosto che accontentarsi di qualche sintesi a volte artefatta e non sempre fedele:
(Trascrizione della Radio Vaticana - Documento di lavoro) (Padre Lombardi) Allora, cari amici, abbiamo la gioia di avere con noi in questo viaggio di ritorno, il Santo Padre Francesco; è stato così gentile da darci un buon tempo ampio per fare con noi un bilancio del viaggio e rispondere con totale libertà alle vostre domande. Io do a lui la parola per una piccola introduzione e poi dopo cominciamo con la lista di quelli che si sono iscritti a parlare e li prendiamo un po’ dai diversi gruppi nazionali e linguistici. Allora, a Lei, Santità, la parola per iniziare.
(Papa Francesco) Buonasera, e grazie tante. Io sono contento. E’ stato un viaggio bello: spiritualmente mi ha fatto bene. Sono stanco, abbastanza, ma con il cuore allegro e … sto bene, bene: mi ha fatto bene spiritualmente. Trovare la gente fa bene, perché il Signore lavora in ognuno di noi, lavora nel cuore, e la ricchezza del Signore è tanta che sempre possiamo ricevere tante cose belle dagli altri. E questo a me fa bene.
Questo, come primo bilancio. Poi dirò che la bontà, il cuore del popolo brasiliano è grande, è vero, è grande; ma, è un popolo tanto amabile, un popolo che ama la festa, che anche nella sofferenza sempre trova una strada per cercare il bene da ogni parte. E questo va bene: è un popolo allegro, il popolo ha sofferto tanto! E’ contagiosa, l’allegria dei brasiliani, è contagiosa! E ha un grande cuore, questo popolo. Poi, dirò degli organizzatori, tanto da parte nostra, come da parte dei brasiliani: ma, io ho sentito che mi trovavo ad un computer, quel computer incarnato … Ma davvero! Era tutto cronometrato, no? Ma bello. Poi, abbiamo avuto problemi con le ipotesi di sicurezza: ma, la sicurezza di qua, la sicurezza di là: non c’è stato un incidente in tutto Rio de Janeiro, in questo giorni, e tutto era spontaneo. Con meno sicurezza, io ho potuto stare con la gente, abbracciarli, salutarli, senza macchine blindate … E’ la sicurezza di fidarsi di un popolo, davvero, che sempre c’è pericolo che ci sia un pazzo … eh, sì, che sia un pazzo che faccia qualcosa: ma anche c’è il Signore, eh? Ma, fare uno spazio di blindaggio tra il vescovo e il popolo è una pazzia, e io preferisco questa pazzia: fuori, e avere il rischio dell’altra pazzia. Questa pazzia: fuori. La vicinanza ci fa bene a tutti. Poi, l’organizzazione della Giornata, non questa precisa, ma tutto, la parte artistica, la parte religiosa, la parte catechetica, la parte liturgica: ma, è stato bellissimo! Anche loro hanno una capacità di esprimersi nell’arte, no?: ieri, per esempio, hanno fatto cose bellissime bellissime! Poi, Aparecida: Aparecida per me è un’esperienza religiosa forte: ricordo la quinta Conferenza. Io sono stato lì a pregare, a pregare. Io volevo andare solo, un po’ di nascosto, ma c’era una folla impressionante! Ma, non è possibile, quello lo sapevo prima di arrivare, no? E abbiamo pregato, noi. Non so … una cosa … ma anche da voi, no? Il lavoro vostro è stato, mi dicono – io non ho letto i giornali in questi giorni, non avevo tempo, non ho visto tv, niente – ma mi dicono che è stato un lavoro buono, buono, buono: e grazie, grazie per la collaborazione che voi avete dato questo. Poi il numero, il numero dei giovani, no?: voci – io non posso crederlo – ma oggi il governatore parlava di tre milioni, no?. Non posso crederlo. Ma dall’altare – quello è vero! – non so se voi, alcuni di voi siete stati all’altare:dall’altare alla fine, era tutta la spiaggia piena, fino alla curva, più di quattro chilometri, eh? Ma, tanti giovani. E dicono, mi ha detto mons. Tempesta, che erano di 178 Paesi: 178. Anche il vicepresidente mi ha detto questo numero: quello è sicuro. E’ importante! Forte.
(Padre Lombardi) Grazie. Allora, diamo la parola per primo a Juan de Lara, che è della Efe, ed è spagnolo, ed è l’ultimo viaggio che fa con noi: quindi siamo contenti di dargli questa possibilità.
(Juan de Lara) Santidad, buenas noches. En nombre de todos los compañeros le queremos agradecer estos días que nos ha regalado, el trabajo que ha hecho y el esfuerzo que ha supuesto y también en nombre de todos los periodistas españoles, le queremos agradecer las plegarias y los rezos por las víctimas del accidente ferroviario de Santiago de Compostela. Muchísimas gracias. Y la primera pregunta, no tiene mucho que ver con el viaje, pero aprovechamos la ocasión de que nos da esta posibilidad y quería preguntarle: Santidad, en estos cuatro meses de pontificado, hemos visto que ha creado varias comisiones para reformar la Curia vaticana. Quisiera preguntarle: ¿Qué tipo de reforma tiene en mente, contempla la posibilidad de suprimir el IOR, el llamado Banco del Vaticano? Gracias.
(Juan de Lara) Santità, buona notte. A nome di tutti i giornalisti vogliamo ringraziarla per questi giorni che ci ha regalato in Rio de Janeiro, per il lavoro che ha fatto e lo sforzo che ci messo. Ed anche a nome di tutti i giornalisti spagnoli la ringraziamo per le preghiere e per i gesti per le vittime dell’incidente ferroviario di Santiago de Compostela. Moltissime grazie. La prima domanda non ha molto a che vedere con il viaggio, ma cogliamo l’occasione che ci dia questa possibilità e vorrei domandarle: Santità, in questi quattro mesi di Pontificato abbiamo visto che ha creato diverse Commissioni per riformare la Curia. Vorrei domandarle che tipo di riforma ha in mente, contempla la possibilità di sopprimere lo Ior, la conosciuta Banca del Vaticano? Grazie.
(Papa Francesco) Los pasos que fui dando en estos cuatro meses y medio, vienen de dos vertientes: el contenido de lo que había que hacer, todo, viene de la vertiente de la congregaciones generales que tuvimos los cardenales. Fueron cosas que los cardenales pedimos al que iba a ser el nuevo Papa. Yo me acuerdo que pedía muchas cosas, pensando en otro (risate). O sea, pedíamos, hay que hacer esto….por ejemplo, la comisión de ocho cardenales, sabemos que es importante tener una consulta outsider, no las consulta que se tienen, sino outsider. Y esto va en la línea – aquí hago como una abstracción, pensando, pero para explicarlo- en la línea, cada vez de la maduración de la relación entre sinodalidad y Primado. O sea, estos ocho cardenales favorecen la sinodalidad, ayudan a que los diversos episcopados del mundo se vayan expresando en el mismo gobierno de la iglesia. Hay muchas propuestas que se hicieron, que todavía no están puestas en práctica, como la reforma de la Secretaría del Sínodo, en la metodología; como la comisión post-sinodal que tenga carácter permanente de consulta; como los consistorios cardenalicios con temáticas no tanto formales - como por ejemplo la canonización-, sino también temáticas.. Bueno, la vertiente de los contenidos viene de ahí. La segunda vertiente es la oportunidad. Les confieso, a mí no me costó, al mes de pontificado, armar la comisión de los ocho cardenales, que es una cosa… La parte económica yo pensaba tratarla el año que viene, porque no es lo más importante que había que tocar. Sin embargo, la agenda se cambió debido a circunstancias que ustedes conocen, que son de dominio público y que aparecieron problemas y que había que enfrentarlos. El primero, el problema del IOR, o sea, cómo encaminarlo, cómo delinearlo, cómo reformularlo, cómo sanear lo que haya que sanear, y ahí está la primera comisión de referencia, ese es el nombre. Ustedes conocen el chirógrafo, lo que se pide, los integrantes y todo. Después tuvimos la reunión de la comisión de los quince cardenales que se ocupan de los aspectos económicos de la Santa Sede. Son de todas partes del mundo. Y ahí, preparando esa reunión se vio la necesidad de hacer una misma comisión de referencia para toda la economía de la Santa Sede. O sea, se tocó el problema económico fuera de agenda, pero estas cosas suceden cuando en el oficio de gobierno ¿cierto?, uno va por aquí, pero le patean un golazo de allá y lo tiene que atajar, ¿no es cierto? Entonces, la vida es así y, eso es lo lindo de la vida también. Repito la pregunta que me hacía del IOR, perdón, estoy hablando en castellano. Perdón.. In riferenza a …(parla in italiano)
(Papa Francesco) I passi che sto compiendo in questi quattro mesi e mezzo vengono da due versanti: il contenuto di quello che dovremmo fare tutti viene dal versante della Congregazione generale dei cardinali. E’ una cosa che noi cardinale aveva chiesto a chi sarebbe stato il nuovo Papa. Io mi ricordo che chiedevano molte cose… Pensando in qualcun altro… Chiedevamo di far questo… per esempio la Commissione di otto cardinali: è importante tenere una Consulta outsider, non la consulta che si tiene, ma outsider. Questo va nella linea, che la prendo come una astrazione - pensando però per spiegarlo - che va nella linea, ogni volta, della maturazione della relazione tra sinodalità e primato. Se questi otto cardinali favoriranno la sinodalità, aiuteranno i diversi episcopati del mondo, che si esprimeranno nello stesso governo della Chiesa. Ci sono molte proposte che sono state fatte e che devono essere messe in pratica, come la riforma della Segreteria del Sinodo, nella metodologia; come la Commissione post-sinodale che abbia carattere permanente di consulta; come i concistori cardinalizi, con tematiche non tanto formali - come per esempio nella canonizzazione… Il versante dei contenuti viene da qui! Il secondo versante è l’opportunità. Vi confesso, a me non è costato, il primo mese di Pontificato, organizzare la Commissione degli otto cardinali: è una cosa… La parte economica pensavo di trattarla il prossimo anno, perché non era la cosa più importante che avrei dovuto affrontare. Ma l’agenda è cambiata, dovute a circostanze che voi conoscete e che sono di dominio pubblico e che evidenziarono un problema che doveva essere affrontato. In primis il problema dello Ior: come incamminarlo, come delinearlo, come riformarlo, come sanare quello che c’è da sanare. Qui c’è la prima Commissione di referenza, questo è il nome: il chirografo, quello che si chiede… Dobbiamo abbiamo avuto la riunione dei 15 cardinali che si occupano degli aspetti economici della Santa Sede: sono provenienti da tutte le parti del mondo. Preparando questa riunione, si evidenziò la necessità di fare una stessa Commissione di referenza per tutta l’economia della Santa Sede. Fu affrontato il problema economico fuori agenda, però queste cose succedono nell’ufficio del Governo, …. La vita è così e questo il bello della vita anche. Ripeto la domanda che mi ha fatto dello Ior, scusate sto parlando in spagnolo… La risposta è in spagnolo, scusate. …
(Papa Francesco risponde in italiano 12’22’’) Con riferimento a quella domanda che mi faceva, dello Ior: io non so come finirà lo Ior; alcuni dicono che forse è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto; altri dicono, chiuderlo. Ma, si sentono queste voci. Io non so. Io mi fido del lavoro delle persone dello Ior, che stanno lavorando su questo, anche della Commissione. Il presidente dello Ior rimane, lo stesso che era prima; invece il direttore e il vice direttore hanno dato le dimissioni. Ma questo, io non saprei dirle come finirà questa storia, e questo è bello, anche, perché si trova, si cerca: siamo umani, in questo; dobbiamo trovare il meglio. Ma, questo sì; ma le caratteristiche dello Ior – sia banca, sia fondo di aiuto, sia qualsiasi cosa sia: trasparenza e onestà. Questo dev’essere così. Grazie.
(Padre Lombardi) Grazie mille, Santità. Allora, adesso passiamo ad una persona dei rappresentanti del gruppo italiano, che lei conosce bene: Andrea Tornielli, che viene a farle una domanda a nome del gruppo italiano.
(Andrea Tornielli) Santo Padre, avrei una domanda un po’ forse indiscreta: ha fatto il giro del mondo la fotografia, quando siamo partiti, di Lei che sale la scaletta dell’aereo portando una borsa nera, e ci sono stati articoli in tutto il mondo che hanno commentato questa novità: sì, del Papa che sale … non accadeva, diciamo, che il Papa salisse con il suo bagaglio a mano. Allora, ci sono state anche ipotesi su che cosa contenesse la borsa nera. Allora, le mie domande sono: uno, perché ha portato Lei la sua borsa nera e non l’ha portata un collaboratore, e due, se può dirci che cosa c’era dentro … Grazie.
(Papa Francesco) Non c’era la chiave della bomba atomica! Ma, la portavo perché sempre ho fatto così: io, quando viaggio, porto la … E dentro, cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto … Io sempre sono andato con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali … Non so … è un po’ strano per me, quello che tu mi dici, che ha fatto il giro del mondo quella foto, no? Ma dobbiamo abituarci, essere normali, eh? La normalità della vita. Non so, Andrea, se ti ho risposto quello …
(Padre Lombardi) Adesso diamo la parola ad una rappresentante di lingua portoghese, Aura Miguel, che è di Radio Renascença:
(Aura Miguel) Santità, volevo chiedere: perché Lei chiede così insistentemente che si preghi per Lei? Non è normale, abituale, ascoltare un Papa chiedere così tanto di pregare per lui …
(Papa Francesco) Io sempre ho chiesto questo: quando ero prete lo chiedevo, ma non tanto frequentemente; ho cominciato a chiederlo con una certa frequenza nel lavoro di vescovo, perché io sento che se il Signore non aiuti in questo lavoro di aiutare ad andare avanti al popolo di Dio, uno non può … Io davvero, mi sento con tanti limiti, eh?, con tanti problemi, anche peccatore: voi lo sapete!, e devo chiedere quello, no? Ma, mi viene da dentro, eh?, anche alla Madonna Le chiedo che Lei preghi per me il Signore. E’ un’abitudine, ma è un’abitudine che mi viene dal cuore e anche dalla necessità che ho per il mio lavoro. Io sento che devo chiedere … non so: è così …
(Padre Lombardi) Adesso passiamo al gruppo di lingua inglese, e diamo la parola al nostro collega […] di Reuters, che è qui davanti:
() Santità, grazie per la Sua disponibilità, a nome del gruppo inglese; il collega de Lara ha già fatto la domanda che volevamo fare noi, quindi proseguo un po’ su quelle linee lì, poco, però: Lei, nella ricerca di fare questi cambiamenti, mi ricordo che Lei ha detto al gruppo di America Latina che ci sono tanti santi che lavorano in Vaticano, ma anche persone che sono un po’ meno sante, no? Lei ha trovato resistenza a questo Suo desiderio di cambiare le cose in Vaticano? Ha trovato resistenza? La seconda domanda è: Lei vive in un modo molto austero, è rimasto a Santa Marta, eccetera … Lei vuole che i Suoi collaboratori, anche i cardinali, seguano questo esempio e forse vivano in comunità, o è una cosa solo per Lei?
(Papa Francesco) I cambiamenti … i cambiamenti vengono anche anche da due vertenti: quello che noi cardinali abbiamo chiesto, e quello che viene dalla mia personalità. Lei parlava del fatto che sono rimasto a Santa Marta: ma io non potrei vivere da solo nel Palazzo, e non è lussuoso, eh? L’appartamento pontificio non è tanto lussuoso! E’ largo, è grande, ma non è lussuoso. Ma io non posso vivere da solo, o con un piccolo gruppetto! Ho bisogno di gente, di trovare gente, di parlare con la gente … E per questo quando i ragazzi delle scuole gesuite mi hanno fatto la domanda: “Perché Lei?, per austerità, per povertà, tutti …?”. No, no: per motivi psichiatrici, semplicemente, perché psicologicamente non posso. Ognuno deve portare avanti la sua vita, con il suo modo di vivere, di essere. I cardinali che lavorano in Curia, ma, non vivono da ricchi e da fastosi: vivono in un appartamentino, sono austeri, loro: sono austeri. Quelli che conosco, questi appartamenti che l’Apsa da ai cardinali, no? … Poi, mi sembra un’altra cosa che volevo dire … Ognuno deve vivere come il Signore gli chiede di vivere. Ma, la austerità – una austerità generale – credo che sia necessaria per tutti quelli che lavoriamo al servizio della Chiesa. Ci sono tante sfumature sulle austerità … ognuno deve cercare il suo cammino. Rispetto ai santi, questo è vero, eh?, ce ne sono, santi: cardinali, preti, vescovi, suore, laici … Gente che prega, gente che lavora tanto, e anche che va dai poveri … di nascosto. Io so di alcuni che si preoccupano di dare da mangiare ai poveri o poi nel tempo libero vanno a fare ministero in una chiesa o in un’altra … Sono preti. Ci sono santi, in Curia. E anche c’è qualcuno che non è tanto santo, no?, e questi sono quelli che fanno più rumore: voi sapete che fa più rumore un albero che cade che non una foresta che cresce. E questo a me fa dolore quando ci sono queste cose. Ma ci sono alcuni che danno scaldalo: alcuni. Noi abbiamo questo monsignore in galera, credo che ancora prosegue in galera: non è andato in galera perché assomigliava alla Beata Imelda precisamente, no?: non era un beato. Sono scandali, quelli, fanno male. Una cosa che – questo mai l’ho detto, ma me ne sono accorto: credo che la Curia è un poco calata del livello che aveva un tempo, di quei vecchi curiali … il profilo del vecchio curiale, fedele, che faceva il suo lavoro … Abbiamo bisogno di queste persone. Credo che ci sono , ma non sono tanti in un tempo. Il profilo del vecchio curiale: io dirò così. Quello, dobbiamo avere di più, di questi. Se trovo resistenza? Ma, se c’è resistenza, ancora io non l’ho vista. E’ vero che non ho fatto tante cose, ma si può parlare che sì, io ho trovato aiuto, e anche ho trovato gente leale. Per esempio, a me piace quando una persona mi dice: “Io non sono d’accordo”, e questo l’ho trovato. “Ma questo non lo vedo, non sono d’accordo: io lo dico, lei faccia”. Questo è un vero collaboratore, eh? E questo l’ho trovato, in Curia. E questo è buono. Ma quando sono quelli che dicono: “Ah, che bello, che bello, che bello”, e poi dicono il contrario dall’altra parte: ancora non me ne sono accorto. Forse sì, ci sono alcuni, ma non me ne sono accorto. La resistenza: ma, in quattro mesi non si può trovare tanto …
(Padre Lombardi) Allora, adesso passiamo ad una brasiliana: allora, c’è Patricia Zorzan, magari si avvicina Izoard così poi abbiamo anche un francese.
(Patricia Zorzan 25’08’’ – domanda portoghese) Hablando en nombre de los brasileños. La sociedad ha cambiado, los jóvenes han cambiado, y vemos en Brasil muchos jóvenes. Usted no ha hablado sobre el aborto, el matrimonio entre personas del mismo sexo. En Brasil han aprobado una ley que amplía el derecho al aborto y ha permitido el matrimonio entre personas del mismo sexo. ¿Por qué no ha hablado sobre esto?
Grazie. Parlando a nome dei brasiliani. La società è cambiata, i giovani sono cambiati e in Brasile abbiamo molti giovani… Ma lei non ha parlato di aborto, di matrimonio tra persone dello stesso sesso: in Brasile è stata approvata una legge che amplia il diritto all’aborto e ha permesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso… Perché non ha parlato di questo?
(Papa Francesco - risponde in spagnolo) La Iglesia se ha expresado ya perfectamente sobre eso. No era necesario volver sobre eso, como tampoco hablé sobre la estafa o la mentira, o otras cosas, en las cuales la iglesia tiene una doctrina clara.
(Papa Francesco) La Chiesa si è già espressa perfettamente su questo. Non era necessario tornarci. Come non ho parlato neanche della frode, della menzogna o di altre cose sulle quali la Chiesa ha una dottrina chiara!
(Patricia Zorzan) Pero es un asunto que interesa a los jóvenes …
(Patricia Zorzan) Ma questo interessa i giovani…
(Papa Francesco) Si, pero no era necesario hablar de eso sino de las cosas positivas que abren camino a los chicos, ¿no es cierto? Además los jóvenes saben perfectamente cuál es la postura de la Iglesia.
(Papa Francesco) Sì, ma non era necessario parlare di questo, se non delle cose positive che mettono in cammino i giovani. Inoltre i giovani sanno perfettamente quale sia la posizione della Chiesa!
(Patricia Zorzan) ¿Cuál es la postura de su Santidad, puede hablarnos?
(Patricia Zorzan) Qual è la posizione di Vostra Santità, ce ne può parlare?
(Papa Francesco) La de la Iglesia. Soy hijo de la Iglesia.
(Papa Francesco) Quella della Chiesa. Sono figlio della Chiesa!
(Padre Lombardi) Allora, ritorniamo al gruppo spagnolo: Dario Menor Torres … ah, scusate, Izoard, che l’abbiamo già convocato, così abbiamo uno del gruppo francese … E poi, Dario Menor.
(Antoine-Marie Izoard) Buongiorno, Santità. A nome dei colleghi di lingua francese del volo – siamo 9 su questo volo: per un Papa che non vuole fare interviste, veramente Le siamo grati. Lei dal 13 marzo già si presenta come il vescovo di Roma, con una grandissima, fortissima insistenza. Quindi, vorremmo capire qual è il senso profondo di questa insistenza, se per caso più che di collegialità si parla forse di ecumenismo, per caso, di essere primus inter pares della Chiesa? Grazie.
(Papa Francesco) Si, questo … non deve andare più avanti di quello che si dice. Il Papa è vescovo: vescovo di Roma, e perché è vescovo di Roma è successore di Pietro, Vicario di Cristo, no? Sono altri titoli, no? Ma il primo titolo è “Vescovo di Roma”, e da lì viene tutto. Parlare, pensare che questo voglia dire essere primus inter pares, no, questo non è conseguente di questo. Semplicemente, è il titolo primo del Papa, no?: Vescovo di Roma. Ma ci sono anche gli altri … Credo che lei abbia detto qualcosa di ecumenismo: credo che questo favorisca un po’ l’ecumenismo, no? Ma, soltanto questo …
(Padre Lombardi) Ora, Dario Menor de “La Razón”, della Spagna:
(Dario Menor Torres 27’44”) Una pregunta sobre sus sentimientos. Comentó hace una semana de aquel niño que le preguntó que cómo se sentía, si alguno se podía imaginar cómo se podía ser Papa y si lo podía desear. O sea, que había que estar loco para ello. Después de su primera experiencia multitudinaria como han sido estos días en Río, si nos puede contar cómo se siente siendo Papa, si es muy duro, si es feliz siéndolo y, si además, también de alguna manera, ha acrecentado su fe o por el contrario, ha tenido alguna duda.. Gracias.
(Dario Menor Torres) Una domanda sui suoi sentimenti: è passata qualche settima da quando un bambino le chiese come si sentisse e come fosse essere Papa e se si potesse sperare di esserlo, rispose che bisognava essere pazzo. Dopo la sua prima esperienza così variegata, come sono stati questi giorni in Rio e se può dirci come si sente ad essere Papa: è un lavoro duro, è felice essendolo e se, in qualche modo, la sua fede è aumentata o, al contrario, ha avuto alcuni dubbi? Grazie.
(Papa Francesco) Fare il lavoro di vescovo è una cosa bella: è bella. Il problema è quando uno cerca quel lavoro: e quello non è tanto bello, quello non è del Signore. Ma quando il Signore chiama un prete a diventare vescovo, quello è bello. C’è sempre il pericolo di pensarsi un po’ superiori agli altri, non come gli altri, un po’ principe … Sono pericoli e peccati, no? Ma il lavoro di vescovo è bello, perché è aiutare i fratelli ad andare avanti. Il vescovo davanti ai fedeli, per segnare la strada; il vescovo in mezzo ai fedeli, per aiutare la comunione; e il vescovo dietro ai fedeli, perché i fedeli tante volte hanno il fiuto della strada: il vescovo dev’essere così. La domanda diceva se a me piaceva? A me piace fare il vescovo, mi piace. A Buenos Aires ero tanto felice: tanto felice! Sono stato felice, è vero. Il Signore mi ha assistito, in quello. Ma come prete sono stato felice, e come vescovo sono stato felice. In questo senso dico: mi piace!
(domanda fuori campo) E fare il Papa?
(Papa Francesco) Anche: anche! Quando il Signore ti mette lì, se tu fai quello che il Signore vuole, sei felice. Ma, questo è il mio sentimento, eh?, quello che sento.
(Padre Lombardi) Adesso un altro del gruppo italiano: Salvatore Mazza di “Avvenire”.
(Salvatore Mazza) Non riesco neanche ad alzarmi. Mi scuso, non riesco neanche ad alzarmi in piedi per tutti i fili che ho sotto ai piedi. Noi abbiamo visto in questi giorni, L’abbiamo vista pieno di energie anche a sera tardi; La stiamo vedendo adesso con l’aereo che balla, che sta tranquillamente in piedi senza un attimo di esitazione. Volevamo chiederLe: si parla molto di prossimi viaggi. Si parla dell’Asia, di Gerusalemme, dell’Argentina … Lei ha già un calendario più o meno definito per il prossimo anno, oppure è ancora tutto da vedere?
(Papa Francesco) Definito-definito, non c’è niente. Ma posso dirle qualcosa a cui si sta pensando. E’ definito, scusi, il 22 settembre a Cagliari. Poi, il 4 ottobre ad Assisi. In mente, dentro l’Italia, io vorrei andare a trovare i miei una giornata: andare con l’aereo la mattina e tornare con l’altro, perché loro, poverini, mi chiamano e abbiamo un buon rapporto, no? Ma soltanto un giorno. Fuori d’Italia: il Patriarca Bartolomeo I vuol fare un incontro per commemorare i 50 anni di Athenagora e Paolo VI a Gerusalemme. Anche il governo israeliano ha fatto un invito speciale per andare a Gerusalemme. Credo che il governo dell’Autorità palestinese lo stesso. Questo si sta pensando: non si sa bene se si va, non si va … Poi, in America Latina credo che non ci sia possibilità di tornare, perché il Papa latinoamericano, il primo viaggio in America Latina … arrivederci! Dobbiamo aspettare un po’! Credo che si possa andare in Asia, ma questo è tutto nell’aria, no? Ho avuto un invito per andare in Sri Lanka e anche nelle Filippine … Ma in Asia si deve andare, no? Perché Papa Benedetto non ha avuto tempo di andare in Asia, ed è importante. Lui è andato in Australia e poi in Europa e in America, ma l’Asia … Andare in Argentina: in questo momento io credo che si possa aspettare un po’, perché tutti questi viaggi hanno una certa priorità. Io volevo andare a Costantinopoli, il 30 settembre, per fare visita a Bartolomeo I, ma non è possibile: non è possibile per l’agenda mia, no? Se ci troviamo, lo faremo a Gerusalemme.
(domande fuori campo)
(Papa Francesco) Fatima, anche c’è un invito a Fatima: è vero, è vero. C’è un invito ad
andare a Fatima.
(domande fuori campo; poi:) 30 settembre o 30 novembre?
(Papa Francesco) Novembre, novembre: Sant’Andrea.
(Padre Lombardi) Bene. Allora, adesso ripassiamo negli Stati Uniti, e chiamiamo Ada Messia della Cnn a farLe una domanda:
(Ada Messia) Salve … Lei si regge meglio di me … No, no, no: va bene, va bene. La mia domanda è: quando ha incontrato i giovani argentini Lei, un po’ scherzando, forse un po’ seriamente ha detto loro che Lei pure, qualche volta, si sente ingabbiato: volevamo sapere a cosa si riferisse, esattamente …
(Papa Francesco) Lei sa quante volte ho avuto voglia di andare per le strade di Roma … Perché a me piaceva, a Buenos Aires, andare per la strada, mi piaceva tanto! In questo senso, mi sento un po’ ingabbiato. Ma, questo devo dirlo, perché sono tanto buoni questi della Gendarmeria vaticana: sono buoni, buoni, buoni e sono loro riconoscente. Adesso mi lasciano fare qualcosa in più. Io credo … ma, loro, il loro dovere è custodire la sicurezza, no? Ingabbiato, in quel senso. A me piacerebbe andare per la strada, ma capisco che non è possibile: lo capisco. In quel senso l’ho detto. Perché la mia abitudine era – come diciamo noi di Buenos Aires – io ero un prete callehero …
(Padre Lombardi) Adesso chiamiamo di nuovo un brasiliano: c’è Marcio Campos, e chiedo anche a Guénois di avvicinarsi per il prossimo turno, per i francesi.
(Papa Francesco) … io domandavo il tempo, perché devono servire la cena: ma, avete fame, voi?
(fuori campo) No, no …
(Marcio Campos - brasiliano )
Sua Santità, Santo Padre, …. Sentire saudade del Brasile, del popolo brasiliano, allegro, abbracci, bandiere… Vorrei anche ringraziarla, insieme ai miei colleghi del Diaro, …..Estado, O Globo, … che rappresento in questa domanda. Santo Padre, è difficile accompagnare un Papa, molto difficile. Siamo tutti stanchi, lei sta bene e noi siamo stanchi… In Brasile, la Chiesa cattolica ha perso fedeli in questi ultimi anni. Il Movimento del Rinnovamento Carismatico è una possibilità per evitare che i fedeli frequentino la Chiesa pentecostale o altre Chiese pentecostali? Molte grazie per la sua presenza e molte grazie per essere con noi.
(Papa Francesco) E’ molto vero, quello che lei dice del calo dei fedeli: è vero, è vero. Ma, ci sono statistiche … Abbiamo parlato con i vescovi brasiliani del problema, in una riunione che abbiamo avuto ieri. Lei domandava sul Movimento di Rinnovamento Carismatico: ma, io vi dico una cosa. Negli anni, alla fine degli anni Settanta, inizio anni Ottanta, io non li potevo vedere. Una volta, parlando di loro, avevo detto questa frase: “Questi confondono una celebrazione liturgica con una scuola di samba!”. Questo l’ho detto io. Mi sono pentito. Poi, ho conosciuto meglio. E’ anche vero che il movimento, con buoni assessori, è andato su una bella strada. E adesso credo che questo movimento faccia tanto bene alla Chiesa in generale. A Buenos Aires, io li riunivo spesso e una volta l’anno facevo una Messa con tutti loro in cattedrale. Li ho favoriti sempre, quando io mi sono convertito, quando io ho visto il bene che facevano. Perché in questo momento della Chiesa – e qui allargo un po’ la risposta – credo che i movimenti siano necessari. Ma, i movimenti sono una grazia dello Spirito. “Ma, come si può reggere un movimento che è tanto libero?”. Anche la Chiesa è libera, eh? Lo Spirito Santo fa quello che vuole. Poi, lui fa il lavoro dell’armonia, ma credo che i movimenti siano una grazia: quei movimenti che hanno lo spirito della Chiesa. Per questo credo che il movimento del Rinnovamento carismatico non solo serva ad evitare che alcuni passino alle confessioni pentecostali: ma no, serve alla Chiesa stessa! Ci rinnova. E ognuno cerca il proprio movimento secondo il proprio carisma: dove lo porta lo Spirito. Non so se …
(domanda fuori campo)
(Papa Francesco) Yo estoy cansado. Io sono stanco.
(Padre Lombardi) Allora, Guénois de Le Figaro per il gruppo francese:
(Jean-Marie Guénois) Santo Padre, una domanda con il mio collega de La Croix, anche: Lei ha detto che la Chiesa senza la donna perde fecondità. Quali misure concrete prenderà? Per esempio, il diaconato femminile o una donna a capo di un dicastero? E una piccolissima domanda tecnica: Lei ha detto di essere stanco. Ha un allestimento speciale per il ritorno? Grazie, Santità.
(Papa Francesco) Cominciamo dall’ultimo. Quest’aereo non ha allestimenti speciali. Io sono avanti, una bella poltrona, comune, ma comune, quella che hanno tutti. Io ho fatto scrivere una lettere e una chiamata telefonica per dire che io non volevo allestimenti speciali sull’aereo: è chiaro? Secondo, la donna. Una Chiesa senza le donne è come il Collegio apostolico senza Maria. Il ruolo della donna nella Chiesa non è soltanto la maternità, la mamma di famiglia, ma è più forte: è proprio l’icona della Vergine, della Madonna; quella che aiuta a crescere la Chiesa! Ma, pensate, che la Madonna è più importante degli Apostoli, eh? E’ più importante! La Chiesa è femminile: è Chiesa, è sposa, è madre. Ma la donna, nella Chiesa, non solo deve … non so come si dice in italiano … il ruolo della donna nella Chiesa non solo deve finire come mamma, come lavoratrice, limitata … No! E’ un’altra cosa! Ma i Papi … Paolo VI ha scritto una cosa bellissima sulle donne, ma credo che si debba andare più avanti nell’esplicitazione di questo ruolo e carisma della donna. Non si può capire una Chiesa senza donne, ma donne attive nella Chiesa, no?, con il loro profilo, che portano avanti. Ma, io penso un esempio che non ha niente a che vedere con la Chiesa, ma è un esempio storico: in America Latina, il Paraguay. Per me, la donna del Paraguay è la donna più gloriosa dell’America Latina. Tu sei paraguayo? Sono rimaste, dopo la guerra, otto donne per ogni uomo, e queste donne hanno fatto una scelta un po’ difficile: la scelta di avere figli per salvare la Patria, la cultura, la fede e la lingua. Nella Chiesa, si deve pensare alla donna in questa prospettiva: di scelte rischiose, ma come donne. Questo si deve spiegare meglio. Credo che noi non abbiamo fatto ancora una profonda teologia della donna, nella Chiesa. Soltanto può fare questo, può fare quello, adesso fa la chierichetta, adesso legge la lettura, è la presidentessa della Caritas … Ma, c’è di più! Bisogna fare una profonda teologia della donna. Questo è quello che penso io, no?
(Padre Lombardi) Per il gruppo spagnolo, allora, adesso abbiamo Pablo Ordas, de El País:
(Pablo Ordas) Queríamos saber su relación de trabajo, no tanto amistosa, de colaboración con Benedicto XVI. No ha habido antes una circunstancia así, y si tiene contactos frecuentes, y le está ayudando en esa carga. Muchas gracias.
Santità, buona sera. Vorremmo sapere quale sia la sua relazione di lavoro, non solo di amicizia, e di collaborazione con Benedetto XVI. Non c’è mai stata prima una circostanza così… Ha contatti frequenti, La sta aiutando in questo lavoro? Molte grazie.
(Papa Francesco) Creo que la última vez que hubo dos Papas, o tres Papas, no se hablaban entre ellos (risate), estaban peleando a ver quien era el verdadero. Tres llegaron a haber en el Sisma de Occidente. Hay algo que…
(Papa Francesco - spagnolo) Credo che l’ultima volta che due Papi o tre Papi non si siano parlati fra loro, stavano litigando per capire chi di loro fosse quello vero… sono arrivati allo Scisma di Occidente. (47’06” in italiano) C’è qualcosa che qualifica il mio rapporto con Benedetto: io gli voglio tanto bene, a lui. Sempre gli ho voluto bene. Per me è un uomo di Dio, un uomo umile, un uomo che prega … Io sono stato tanto felice quando lui è stato eletto Papa. Anche quando lui ha dato le dimissioni, è stato per me un esempio … un grande! Un grande. Un grande fa questo, soltanto. Un uomo di Dio e un uomo di preghiera. Lui adesso abita in Vaticano, e alcuni mi dicono: ma come si può fare questo?, due Papi in Vaticano … Ma, non ti ingombra lui? Ma lui non ti fa la rivoluzione contro? Tutte queste cose che dicono, no? Ma, io ho trovato una frase per dire questo: “E’ come avere il nonno a casa”, ma il nonno saggio. Quando in una famiglia il nonno è a casa, è venerato, è amato, è ascoltato. Lui è un uomo di una prudenza, ma non si immischia. Io gli ho detto tante volte: “Ma, santità, lei riceva, faccia la sua vita, venga con noi …”. E’ venuto, per la inaugurazione e la benedizione della statua di San Michele … Ecco, quella frase dice tutto. Per me, è come avere il nonno a casa: il mio papà. Se io avessi una difficoltà o una cosa che non ho capito, telefonerei, “Ma, mi dica, posso farlo, quello?”. E quando sono andato, per parlare di quel problema grosso di Vatileaks, lui mi ha detto tutto con una semplicità … al servizio. E’ una cosa che non so se voi la sapete, credo di sì, ma non sono sicuro: quando ci ha parlato, nel discorso di congedo, il 28 febbraio, ci ha detto: “Fra voi c’è il prossimo Papa: io gli prometto obbedienza”. Ma, è un grande: questo è un grande!
(Padre Lombardi) Allora, adesso diamo la parola ancora ad una brasiliana, Ana Fereira; e allora si avvicina anche Gianguido Vecchi per l’italiano.
(Ana Fereira) Santo Padre, buonasera. Grazie. Vorrei dire “grazie” tante volte: grazie di avere portato tanta allegria al Brasile, e grazie anche di rispondere alle nostre domande. A noi giornalisti piace tanto fare domande … Vorrei sapere, perché ieri Lei ha detto ai vescovi brasiliani della partecipazione delle donne nella nostra Chiesa. Vorrei capire meglio: come dev’essere questa partecipazione di noi donne nella Chiesa? Se Lei, cosa ne pensa anche dell’ordinazione delle donne? Come dev’essere la nostra posizione nella Chiesa?
(Papa Francesco) Io vorrei spiegare un po’ quello che ho detto sulla partecipazione delle donne nella Chiesa: non si può limitare al fatto che faccia la chierichetta o la presidentessa della Caritas, la catechista … dev’essere in più, ma profondamente in più, anche misticamente in più, con questo che io ho detto della teologia della donna. E con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice “No”. L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella è chiusa, quella porta, ma su questo voglio dirti una cosa. L’ho detto, ma lo ripeto. La Madonna, Maria, era più importante degli Apostoli vescovi e dei diaconi preti. La donna, nella Chiesa, è più importante dei vescovi e dei preti; come, è quello che dobbiamo cercare di spiegare meglio, perché credo che manchi una spiegazione teologica di questo. Grazie.
(Padre Lombardi) Gianguido Vecchi, del Corriere della Sera: chiedo di avvicinarsi alla signora Pigozzi e a Nicole, poi, dopo.
(Gianguido Vecchi) Padre Santo, Lei anche in questo viaggio ha parlato più volte di misericordia. A proposito dell’accesso ai Sacramenti dei divorziati risposati, c’è la possibilità che cambi qualcosa nella disciplina della Chiesa? Che questi Sacramenti siano un’occasione per avvicinare queste persone, anziché una barriera che li divide dagli altri fedeli?
(Papa Francesco) Questo è un tema che si domanda sempre. La misericordia è più grande che quel caso che lei pone. Io credo che questo sia il tempo della misericordia. Questo cambio di epoca, anche tanti problemi della Chiesa – come una testimonianza di alcuni preti non buona, anche problemi di corruzione nella Chiesa – anche il problema del clericalismo, per fare un esempio, ha lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è Madre: deve andare a curare i feriti, eh?, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti, eh? E’ mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia per tutti, no? Ma, io penso, quando il Figliol Prodigo è tornato a casa, il Papa non gli ha detto: “Ma, tu, senti: accomodati. Cosa hai fatto con i soldi?”. No: ha fatto festa! Poi, forse, quando il figlio ha voluto parlare, ha parlato. Ma la Chiesa deve fare così. Quando c’è qualcuno … ma, non solo aspettarli: andare a cercarli! Questa è la misericordia. E io credo che questo sia un kairós: questo tempo è un kairós di misericordia. Ma questa prima intuizione l’ha avuta Giovanni Paolo II, quando ha incominciato con Faustina Kowalska, la Divina Misericordia … lui aveva qualcosa, aveva intuito che era una necessità di questo tempo. Con riferimento al problema della Comunione alle persone in seconda unione – perché i divorziati possono fare la Comunione, non c’è problema. Ma quando sono in seconda unione, non possono. Io credo che questo sia necessario guardarlo nella totalità della pastorale matrimoniale. E per questo è un problema. Ma anche una parentesi: gli ortodossi hanno una prassi differente. Loro seguono la teologia dell’economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità, lo permettono. Ma credo che questo problema – chiudo la parentesi – sia debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale. E per questo, due cose: uno dei temi di cui dovranno parlare questi otto del Consiglio dei cardinali, con i quali ci riuniremo l’1, il 2 e il 3 ottobre, è come andare avanti nella pastorale matrimoniale, e questo problema uscirà lì. E, una seconda cosa: è stato con me, quindici giorni fa, il segretario del Sinodo dei vescovi, per il tema del prossimo Sinodo. Era un tema antropologico; ma parlando e riparlando, andando e tornando abbiamo visto che questo tema antropologico – la fede come aiuta la pianificazione della persona? – ma nella famiglia, e andare sulla pastorale matrimoniale. Siamo in cammino per una pastorale matrimoniale un po’ profonda. E questo è un problema di tutti, perché ci sono tanti, no? Per esempio, le dico uno soltanto: il cardinale Quarracino, il mio predecessore, diceva che per lui la metà dei matrimoni sono nulli. Ma diceva così, perché? Perché si sposano senza maturità, si sposano senza accorgersi che è per tutta la vita, o si sposano perché socialmente si devono sposare … E questo rientra anche nella pastorale matrimoniale. E anche il problema giudiziaria della nullità dei matrimoni, quello si deve rivedere, perché i Tribunali ecclesiastici non bastano per questo. E’ complesso, il problema della pastorale matrimoniale. Grazie.
(Padre Lombardi) Grazie. Allora adesso abbiamo la signora Pigozzi che è di Paris Match, è ancora del gruppo francese …
(Carolina Pigozzi) Buona sera, Santo Padre. Vorrei sapere se Lei, da quando è Papa, si sente ancora gesuita …
(Papa Francesco) E’ una domanda teologica, perché i gesuiti fanno voto di obbedire al Papa. Ma se il Papa è gesuita, forse deve far voto di obbedire al Generale dei gesuiti … Non so come si risolve questo … No: io mi sento gesuita nella mia spiritualità; nella spiritualità degli esercizi, la spiritualità, quella che io ho nel cuore. Ma tanto mi sento che fra tre giorni andrò a festeggiare con i gesuiti la festa di Sant’Ignazio: dirò la Messa al mattino. Non ho cambiato di spiritualità, no. Francesco, francescano: no. Mi sento gesuita e la penso come gesuita. Non ipocritamente, ma la penso come gesuita.
Grazie a lei.
(Padre Lombardi) Se ha ancora resistenza, c’è ancora qualche domanda: adesso, Nicole Winfield, che è dell’Associated Press, e ci sono … ma non era … ma, io ho avuto una lista e qui veramente, credevo che vi foste organizzati … Allora, va bè, Elisabetta, mettiti in lista anche tu, scusa.
(Nicole Winfield) Santità, grazie di nuovo per essere venuto “tra i leoni”. Santità, al quarto mese del Suo pontificato, volevo chiederLe di fare un piccolo bilancio. Ci può dire quale è stata la cosa migliore di essere Papa, quale la cosa peggiore, e qual è la cosa che L’ha sorpresa di più in questo periodo?
(Papa Francesco) Ma non so come rispondere a questo, davvero. Cose grosse, cose grosse non sono state. Cose belle sì: per esempio, l’incontro con i Vescovi italiani è stato tanto bello, tanto bello. Come Vescovo della capitale d’Italia, mi sono sentito con loro a casa, no? E quello è stato bello, ma non so se sia stato il migliore. Anche una cosa dolorosa, ma che è entrata abbastanza nel mio cuore, la visita a Lampedusa. Ma quello è di piangere, mi ha fatto bene quello. Ma quando arrivano queste barche li lasciano alcune miglia prima della costa e loro devono, con la barca, arrivare da soli. E questo mi fa dolore perché penso che queste persone sono vittime di un sistema socio-economico mondiale. Ma la cosa peggiore – mi scusi – che mi è venuta è una sciatica – davvero! – che ho avuto il primo mese perché per fare le interviste mi accomodavo in una poltrona e un po’ questo mi ha fatto male. E’ una sciatica dolorosissima, dolorosissima! Non la si augura a nessuno! Ma queste cose, parlare con la gente … L’incontro con i seminaristi e le religiose è stato bellissimo, è stato bellissimo. Anche l’incontro con gli alunni dei collegi gesuiti è stato bellissimo, cose buone.
D. - Qual è la cosa che L’ha più sorpresa?
R. - Le persone, le persone, le persone buone che ho trovato. Ho trovato tante persone buone in Vaticano. Ma…Ho pensato cosa dire, ma quello è vero. Io faccio giustizia, dicendo questo: tante persone buone. Tante persone buone, tante persone buone, ma buone buone buone!
(Padre Lombardi) Elisabetta, ma questa la conosce e anche Sergio Rubini, magari si avvicina così abbiamo gli argentini.
(Elisabetta Piqué, La Nación - spagnolo)
Papa Francisco, ante todo en nombre de los 50 mil argentinos que encontré ahí y me decían vas a viajar con el Papa, por favor decíle que fue fantástico, estupendo, preguntále, cuando va a viajar, pero ya dijo que no va a viajar… Entonces le voy a hacer una pregunta más difícil. ¿Se asustó cuando vio el informe “Vatileaks”?
(Elisabetta Piqué, La Nación) Papa Francesco, anzitutto a nome dei 50 mila giovani argentini che ho incontrato lì, che mi hanno detto “Viaggerai con il Papa, per favore, digli che è stato fantastico, stupendo e domandagli quando verrà, ma io ho già detto loro che non andrà… Quindi devo farle una domanda più difficile… Si è spaventato quando ha ricevuto la notizia su Vatileaks?
(Papa Francesco): No. Te voy a contar una anécdota sobre el informe “vatileaks”. Cuando fui a verlo al Papa Benedicto, después de rezar en la capilla fuimos a su estudio y vi una caja grande y un sobre grueso. Benedicto ( cambia a italiano) Scusi, e Benedetto mi diceva…
(Papa Francesco) No! Voglio raccontarti un aneddoto riguardo alla vicenda Vatileaks. Quando andai da Papa Benedetto, prima pregammo nella cappella e poi andammo nel suo studio: lì, vidi una grande cassa, con sopra una busta… Benedetto mi disse… mi scusi… (italiano) Mi scusi … Benedetto mi ha detto, mi diceva: “In questa scatola grande ci sono tutte le dichiarazioni, le cose che hanno detto i testimoni, tutti lì. Ma il riassunto e il giudizio finale è in questa busta. E qui si dice ta-ta-ta…”. Aveva tutto in testa! Ma che intelligenza! Tutto a memoria, tutto! Ma no, (parole in spagnolo) non mi sono spaventato, no. No, no. Ma è un problema grosso, eh? Ma non mi sono spaventato.
(Sergio Rubín)
Santidad, dos cositas. Esta es la primera: Usted ha insistido mucho en detener la pérdida de fieles. En Brasil ha sido muy fuerte. Tiene la esperanza de que este viaje contribuya a que mucha gente vuelva a la Iglesia, se sienta más cercana. Y la segunda, la más familiar: a Usted le gustaba mucho la Argentina, y llevaba muy en el corazón a Buenos Aires. Los argentinos se preguntas si usted no extraña esa Buenos Aires, que recorría en colectivo, en micro, iba por las calles. Muchas Gracias.
(Sergio Rubín) Santità, soltanto due cose. Questa è la prima: lei ha insistito molto sul porre fine sulla perdita di fedeli. In Brasile è stata molto forte… Ha la speranza che questo viaggio contribuirà a far tornare la gente, sentendola più vicina.. E la seconda, più familiare: a lei piaceva molto l’Argentina ed era nel cuore di Buenos Aires. Gli argentini si chiedono se non le fa strano non essere a Buenos Aires, prendere gli autobus, i mezzi e camminare per la strada… Molte grazie.
(Papa Francesco): Io credo che un viaggio papale sempre fa bene. E credo che al Brasile questo farà bene, ma non soltanto la presenza del Papa, ma questo che in questa Giornata della Gioventù si è fatto, loro si sono mobilizzati e loro faranno tanto bene, forse aiuteranno tanto la Chiesa, no? Ma questi fedeli che se ne sono andati, e anche tanti non sono felici perché si sentono che appartengono alla Chiesa. Credo che questo sarà positivo, ma non solo per il viaggio, ma soprattutto per la Giornata: la Giornata è stato un evento meraviglioso. E di Buenos Aires sì, alle volte mi manca, no? E quello si sente. Ma è una mancanza serena, è una mancanza serena, è una mancanza serena. Ma io credo che Lei, Sergio, conosce meglio di me che tutti gli altri, Lei può rispondere a questa domanda, eh? Con il libro che ha scritto!
Padre Lombardi: Allora abbiamo il russo e poi c’era Valentina, che era la decana, che voleva chiudere Lei.
(Giornalista russo): Buonasera Santo Padre. Santo Padre, tornando all’ecumenismo: oggi gli ortodossi festeggiano i 1.025 anni del cristianesimo, ci sono grandissimi festeggiamenti in molte capitali. Se vuole fare un commento su questo fatto, sarò felicissimo. Grazie.
(Papa Francesco): Nelle Chiese ortodosse, hanno conservato quella pristina liturgia, no?, tanto bella. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione, loro lo conservano, loro lodano Dio, loro adorano Dio, cantano, il tempo non conta. Il centro è Dio e quella è una ricchezza che vorrei dire in questa occasione in cui Lei mi fa questa domanda. Una volta, parlando della Chiesa occidentale, dell’Europa occidentale, soprattutto la Chiesa più cresciuta, no?, m’han detto questa frase: “Lux ex oriente, et occidente luxus”. Il consumismo, il benessere, ci ha fatto tanto male a noi. Invece voi conservate questa bellezza di Dio al centro, no? La referenza (???) Quando si legge Dostoevskij io credo che per tutti noi deve essere un autore da leggere e rileggere, perché ha una saggezza…Si percepisce qual è l’anima russa, l’anima orientale. E’ una cosa che ci farà tanto bene a noi. Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce dell’Oriente. Giovanni Paolo II lo aveva scritto nella sua Lettera, no? Ma tante volte il luxus dell’Occidente ci fa perdere l’orizzonte. Non so, mi viene questo di dire. Grazie.
Padre Lombardi: E allora chiudiamo con Valentina che, come aveva cominciato nel viaggio di partenza, adesso chiude nel viaggio di ritorno.
(Valentina Alazraki - spagnolo - 1:10’)
Gracias por haber mantenido la promesa de responder a nuestras preguntas a la vuelta…
Santità, grazie per aver mantenuto la promessa di rispondere alle nostre domande al ritorno….
Papa Francesco: les atrasé la cena…
Vi ho fatto ritardare la cena…
D. - No importa, no importa…. La pregunta sería, bueno, de parte de todos los mexicanos. ¿Cuándo va a Guadalupe?, pero esa es de los mexicanos. La mía sería: Usted va a canonizar a dos grandes Papas, Juan XXIII y Juan Pablo II. Quisiera saber, cuál es según usted, el modelo de santidad que se desprende del uno y del otro y, el impacto que han tenido en la Iglesia y en Usted.
Non importa, non importa. La domanda, da parte di tutti i messicani: quando andrà a Guadalupe?... Questa però è la domanda dei messicani … La mia seria: lei canonizzerà due grandi Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Vorrei sapere quale sia - secondo lei - il modello di santità che emana uno e l’altro e quale l’impatto che hanno avuto nella Chiesa e in lei?
(Papa Francesco): Giovanni XXIII è un po’ la figura del “prete di campagna”, il prete che ama a ognuno dei fedeli, che sa curare i fedeli e questo lo ha fatto da vescovo, come nunzio. Ma tante testimonianze di battesimo false ha fatto in Turchia in favore degli ebrei! E’ un coraggioso, un prete di campagna buono, con un senso dell’umorismo tanto grande, tanto grande e una grande santità. Quando era nunzio, alcuni non gli volevano tanto bene in Vaticano, e quando arrivava per portare cose o chiedere a certi uffici, lo facevano aspettare. Mai si è lamentato: pregava il Rosario, leggeva il Breviario, mai… Un mite, un umile, anche uno che si preoccupava per i poveri. Quando il card. Casaroli è tornato da una missione - credo che in Ungheria o che era la Cecoslovacchia di quel tempo, non ricordo quale delle due – è andato da lui a spiegargli come era stata la missione in quella epoca della diplomazia dei “piccoli passi”. E hanno avuto udienza – 20 giorni dopo moriva, Giovanni XXIII - e mentre Casaroli se ne andava, lo fermò: “Ah Eminenza – no, non era Eminenza – Eccellenza, Lei continua ad andare da quei giovani?” Perché Casaroli andava al Carcere minorile di Casal del Marmo e giocava con loro…E Casaroli ha detto: “Sì, sì!” “Non li abbandoni mai”. Questo ad un diplomatico, che arrivava dal fare un percorso di diplomazia, un viaggio così impegnativo, Giovanni XXIII ha detto: “Non abbandoni mai i ragazzi”. Ma è un grande, un grande! Poi quello del Concilio: è un uomo docile alla voce di Dio, perché quello gli è venuto dallo Spirito Santo, gli è venuto e lui è stato docile. Pio XII pensava di farlo, ma le circostanze non erano mature per farlo. Credo che questo non ha pensato alle circostanze: lui ha sentito quello e lo ha fatto. Un uomo che si lasciava guidare dal Signore. Di Giovanni Paolo II mi viene di dire “il grande missionario della Chiesa”, è un missionario, è un missionario, un uomo che ha portato il Vangelo dappertutto, voi lo sapete meglio di me. Ma Lei quanti viaggi ha fatto? Ma lei (???) andava, eh? Sentiva questo fuoco di portare avanti la Parola del Signore, no? è un Paolo, è un San Paolo, è un uomo così, questo che per me è grande. E fare la cerimonia di canonizzazione tutti e due insieme credo che è un messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi, sono bravi, sono due bravi. Ma c’è in corso la causa di Paolo VI ed anche di Papa Luciani: queste due sono in corso. Ma, ancora una cosa che credo che io ho detto, ma non so se qui o da un’altra parte: la data di canonizzazione si pensava l’8 dicembre di quest’anno. Ma c’è un problema grosso: quelli che vengono dalla Polonia, i poveri, perché quelli che hanno i mezzi possono venire con l’aereo, ma quelli che vengono, i poveri, vengono in bus e già a dicembre le strade hanno il ghiaccio e credo che si deve ripensare la data. Io ho parlato con il card. Dziwisz e lui mi ha suggerito due possibilità: o Cristo Re di quest’anno, o la Domenica della Misericordia del prossimo anno. Credo che è poco tempo Cristo Re di quest’anno, perché il Concistoro sarà il 30 settembre e fine d’ottobre c’è poco tempo, ma non so, devo parlare con il card. Amato su questo. Ma credo che l’8 dicembre non sarà.
D. - Ma saranno canonizzati insieme?
(Papa Francesco): Insieme tutti e due, insieme, sì.
Padre Lombardi – Grazie Santità. Chi c’è ancora? Ilse? Poi li abbiamo fatti proprio tutti, anche di più di quelli che si erano iscritti prima…
(Ilse) Vorrei chiedere il permesso di fare una domanda un po’ delicata: anche un’altra immagine ha girato un po’ il mondo, che è stata quella di mons. Ricca e delle notizie sulla sua intimità. Vorrei sapere, Santità, cosa intende fare su questa questione? Come affrontare questa questione e come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?
(Papa Francesco): Quello di mons. Ricca: ho fatto quello che il Diritto Canonico manda a fare, che è la investigatio previa. E da questa investigatio non c’è niente di quello di cui l’accusano, non abbiamo trovato niente di quello. Quella è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa su questo: io vedo che tante volte nella Chiesa, al di fuori di questo caso ed anche in questo caso, si va a cercare i “peccati di gioventù”, per esempio, no?, e questo si pubblica. Non i delitti, eh? I delitti sono un’altra cosa: l’abuso sui minori è un delitto. No, i peccati. Ma se una persona, laica o prete o suora, ha fatto un peccato e poi si è convertito, il Signore perdona e quando il Signore perdona, il Signore dimentica e questo per la nostra vita è importante. Quando noi andiamo a confessarci e diciamo davvero “Ho peccato in questo”, il Signore dimentica e noi non abbiamo il diritto di non dimenticare, perché abbiamo il rischio che il Signore non si dimentichi dei nostri [peccati] eh? E’ un pericolo quello. Quello è importante: una teologia del peccato. Tante volte penso a San Pietro: ha fatto uno dei peggiori peccati, che è rinnegare Cristo, e con questo peccato lo hanno fatto Papa. Dobbiamo pensare tanto. Ma tornando alla Sua domanda più concreta: in questo caso, ho fatto l’ivestigatio previa e non abbiamo trovato. Questo è la prima domanda. Poi, Lei parlava della lobby gay: mah… si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato mi dia la cartella d’identità in Vaticano con “gay”. Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay dal fatto di fare una lobby, perché le lobby tutte non sono buone. Quello è il cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica spiega tanto bello questo, ma dice, Aspetta un po’, come si dice…e dice “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no: dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro, il problema è fare lobby di questa tendenza o lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me. E La ringrazio tanto per aver fatto questa domanda. Grazie tante!
(Padre Lombardi): Grazie. Mi pare che più di così non si poteva fare. Abbiamo persino abusato del Papa che ci aveva detto che era già un po’ stanco e gli auguriamo adesso di riposarsi un poco.
(Papa Francesco): Grazie a voi, e buona notte, buon viaggio e buon riposo.
domenica 28 luglio 2013
Festa a Gesù e Maria
Ancora grande festa a via del
Corso.
Ieri sera alle 18.00, nella Chiesa
di Gesù e Maria degli Agostiniani Scalzi, c’è stata l’ordinazione diaconale di
Frà JAVED RAZA GILL e l’Ordinazione
Presbiterale di Frà NADEEN ALBERT YAQOOB, ambedue pachistani, per l’imposizione
delle mani e la Preghiera consacratoria di Mons. Matteo ZUPPI.
Alla solenne liturgia, animata dal
Coro della Diocesi di Roma, hanno partecipato insieme al Superiore Generale
dell’ordine, Padre Gabriele Ferlisi, numerosi sacerdoti amici e conoscenti.
La loro grande gioia è stata
adombrata dalla assenza dei genitori e familiari che dal loro paese, il
Pakistan, non hanno ottenuto i regolari permessi per essere presenti a tempo
opportuno.
Ancora è molto difficile in alcune
regioni del mondo parlare di libertà religiosa. E anche questi sono segni
evidenti di una persecuzione alla fede cristiana.
Ma mettiamo tutto nelle mani del
Signore che a suo tempo, farà crescere e fruttificare questi semi di speranza.
Ai neo ordinati, siamo vicini con
il nostro affetto e la nostra preghiera.
sabato 27 luglio 2013
Altare prima e dopo il restauro
Dalla relazione delle Restauratrici
Sono inoltre visibili i danni provocati durante i vecchi interventi di restauro anche gravi e facilmente individuabili: gocciolamenti di tinte e vernici, stuccature non idonee, abrasioni da carta vetrata e Paraloid.
Non si hanno notizie specifiche su tali interventi.
Per quanto riguarda la presenza di sostanze estranee al marmo, a occhio nudo si sono riconosciute:
- la cera, sotto forma di macchie più o meno spesse e di colore variabile tra un bianco latte trasparente e un giallo bruno intenso;
- residui di gesso dall’aspetto crostoso;
- macchie brune più sottili penetrate in profondità, facilmente visibili ad occhio nudo ma difficilmente qualificabili, sono state identificate dopo essere state analizzate e si tratta di specie microbiologiche di funghi;
- una serie di altre macchie identificabili come: ossidazioni ferrose, macchie di vernice bianca e dorata e vernice acrilica.
Profonde fessurazioni sono state rilevate nelle linee di congiunzione dei blocchi di marmo.
E’ mancante il dito indice della mano destra della figura in altorilievo a sinistra.
L’opera è poi ricoperta da uno spesso strato di polvere che la ingrigisce e opacizza.
La polvere viene introdotta all’interno della chiesa in parte dai visitatori che ne trasportano una cospicua quantità, ma si forma soprattutto per il deposito del particellato sospeso nell’atmosfera urbana ricco di idrocarburi (per anni la rottura di un vetro della finestra soprastante ha permesso non solo al particellato di penetrare, ma anche ai piccioni di cui si è rilevato il guano, soprattutto sugli angeli in stucco nelle zone orizzontali, dove ha potuto depositarsi e compattarsi assumendo l’aspetto di vero e proprio manto).
Ciò è stato sottolineato nella descrizione che al termine della celebrazione della Festa la Dottoressa Capriotti svolto:
Un passaggio è stato significativo: Quando si restaura un quadro sono evidenti i cambiamenti del prima e dopo, mentre nel restauro del marmo questo lo si può notare con occhio particolarmente attento. Ma non è che i danni riparati siano meno gravi di quelli di un quadro o un affresco.
Seguono immagini scattate da Pino Moncada che mostrano con l'occhio attento di buon fotografo il lavoro ben svolto
Sono inoltre visibili i danni provocati durante i vecchi interventi di restauro anche gravi e facilmente individuabili: gocciolamenti di tinte e vernici, stuccature non idonee, abrasioni da carta vetrata e Paraloid.
Non si hanno notizie specifiche su tali interventi.
Per quanto riguarda la presenza di sostanze estranee al marmo, a occhio nudo si sono riconosciute:
- la cera, sotto forma di macchie più o meno spesse e di colore variabile tra un bianco latte trasparente e un giallo bruno intenso;
- residui di gesso dall’aspetto crostoso;
- macchie brune più sottili penetrate in profondità, facilmente visibili ad occhio nudo ma difficilmente qualificabili, sono state identificate dopo essere state analizzate e si tratta di specie microbiologiche di funghi;
- una serie di altre macchie identificabili come: ossidazioni ferrose, macchie di vernice bianca e dorata e vernice acrilica.
Profonde fessurazioni sono state rilevate nelle linee di congiunzione dei blocchi di marmo.
E’ mancante il dito indice della mano destra della figura in altorilievo a sinistra.
L’opera è poi ricoperta da uno spesso strato di polvere che la ingrigisce e opacizza.
La polvere viene introdotta all’interno della chiesa in parte dai visitatori che ne trasportano una cospicua quantità, ma si forma soprattutto per il deposito del particellato sospeso nell’atmosfera urbana ricco di idrocarburi (per anni la rottura di un vetro della finestra soprastante ha permesso non solo al particellato di penetrare, ma anche ai piccioni di cui si è rilevato il guano, soprattutto sugli angeli in stucco nelle zone orizzontali, dove ha potuto depositarsi e compattarsi assumendo l’aspetto di vero e proprio manto).
Ciò è stato sottolineato nella descrizione che al termine della celebrazione della Festa la Dottoressa Capriotti svolto:
Un passaggio è stato significativo: Quando si restaura un quadro sono evidenti i cambiamenti del prima e dopo, mentre nel restauro del marmo questo lo si può notare con occhio particolarmente attento. Ma non è che i danni riparati siano meno gravi di quelli di un quadro o un affresco.
Seguono immagini scattate da Pino Moncada che mostrano con l'occhio attento di buon fotografo il lavoro ben svolto
La Celebrazione della Festa di San Giacomo
Ancora sento la gioia e la stanchezza dei festeggiamenti del
nostro santo Patrono San Giacomo che sono culminati con la Celebrazione Eucaristica
del 25 luglio alle 18.30.
Per essere una data così avanzata nei mesi estivi, ed essere
un orario non proprio comodo per un giorno infrasettimanale, l’affluenza dei
fedeli è stata notevole ed anche la loro partecipazione molto attenta e attiva
nella Preghiera.
Assieme al Vescovo Mons. Zuppi e ai sacerdoti della
Parrocchia don Giuseppe. Padre Zè e don Stefano hanno partecipato alcuni
parroci della prefettura, don Nazzareno di San Lorenzo in Lucina, Padre Luigi
di Sant’Andrea delle Fratte, Padre Mario dei XII Apostoli e l’intera Comunità
Agostiniana di Gesù e Maria guidata dal nuovo Priore, cui abbiamo dato il benvenuto,
padre Gilmar. Inoltre con grande gioia ha concelebrato l’ultraottantenne, ma sempre
in gran forma, Mons. Alfredo Bona, parroco per 16 anni di San Giacomo fino al
1999. Tutto questo, come ha sottolineato il Vescovo, è segno della Comunione
della Chiesa che è al Centro di Roma.
I canti e la liturgia sono stati eseguiti dalla ‘Cappella
San Giacomo’ guidata dal Maestro Flavio Colusso.
Al termine della Messa ci siamo recati davanti all’Altare
della Madonna dei Miracoli dove, le restauratrici Daniela Caporali e Maria Lia
Carola, hanno tolto il velo che copriva il maestoso bassorilievo di Pierre
Legros al centro del quale è collocata l’immagine
della Madonna di Miracoli.
Quindi la dottoressa Adriana Capriotti della Soprintendenza di
Piazza Venezia, ha illustrato, con l’ausilio di audiovisivi, la vita e l’opera del Legros, per poi soffermarsi sulle
fasi di restauro dell’opera situata nella nostra Chiesa.
Quella che segue è la documentazione fotografica dell’evento
realizzata dal nostro Pino Moncada.
Numerosa Assemblea dei Fedeli riuniti per Celebrare la Festa
Statua di San Giacomo
Cappella San Giacomo
Cappella San Giacomo
Vista Presbiterio
Navata Laterale
Visuale della Chiesa
Cappella San Giacomo diretta dal Maestro Colusso
Cappella San Giacomo diretta dal Maestro Colusso
Mons. Zuppi che fa la Predica dopo la Proclamazione della Paorola
Sacerdoti Concelebranti
Solisti Cappella San Giacomo
Celebrazione Eucaristica - Navata centrale della Chiesa
Partecipazione al Pater
Assemblea
Concelebranti
Assemblea
Momento dello 'svelamento' del restauro
Mons. Zuppi Ammira il restauro
Completamento dello 'svelamento'
Completamento dello 'svelamento'
Cappella della Madonna dei Miracoli
Dottoressa Adriana Capriotti che ammira commossa l'opera del Legros
Conclusione della Messa
Conclusione della Messa
Padre Zè che ascolta le spegazioni della Dottoressa Capriotti
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