sabato 23 novembre 2019

TERREMOTO IN IRPINIA





“Ad un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano”. Queste le parole scelte da Alberto Moravia per descrivere gli effetti devastanti del terremoto in Irpinia, una delle peggiori calamità che abbiano mai colpito il nostro Paese, di cui oggi ricorre l’anniversario numero 39.
Erano le 19 e 34 di domenica 23 novembre 1980 quando un sisma di magnitudo 6,9 (10° grado sui 12 della scala Mercalli, livello classificato come “completamente distruttivo”) colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, e Conza della Campania. La scossa durò 90 secondi, con ipocentro a circa 10 km di profondità, e interessò un’area di 17mila chilometri quadrati.
Le conseguenze furono terribili: 280mila sfollati8.848 feriti e, secondo le stime più attendibili, 2.914 morti. Crolli e lesioni si registrarono fino a Napoli: a Poggioreale crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.
Secondo l’Ufficio del Commissario Straordinario, dei 679 comuni appartenenti alle otto aree interessate dal terremoto (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia), ben 506 (il 74%) furono danneggiati
fonte FIRSTonline