martedì 26 gennaio 2016

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA


“Misericordia io voglio e non sacrifici” (Mt 9,13)
Le opere di misericordia nel cammino giubilare
1. Maria, icona di una Chiesa che evangelizza perché evangelizzata
Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché «la Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio» (Misericordiae Vultus, 17). Con il richiamo all’ascolto della Parola di Dio ed all’iniziativa «24 ore per il Signore» ho voluto sottolineare il primato dell’ascolto orante della Parola, in specie quella profetica. La misericordia di Dio è infatti un annuncio al mondo: ma di tale annuncio ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona. E’ per questo che nel tempo della Quaresima invierò i Missionari della Misericordia perché siano per tutti un segno concreto della vicinanza e del perdono di Dio.
Per aver accolto la Buona Notizia a lei rivolta dall’arcangelo Gabriele, Maria, nel Magnificat, canta profeticamente la misericordia con cui Dio l’ha prescelta. La Vergine di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe, diventa così l’icona perfetta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che ha fecondato il suo grembo verginale. Nella tradizione profetica, la misericordia ha infatti strettamente a che fare, già a livello etimologico, proprio con le viscere materne (rahamim) e anche con una bontà generosa, fedele e compassionevole (hesed), che si esercita all’interno delle relazioni coniugali e parentali.
2. L’alleanza di Dio con gli uomini: una storia di misericordia
Il mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia dell’alleanza tra Dio e il suo popolo Israele. Dio, infatti, si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali, soprattutto nei momenti più drammatici quando l’infedeltà spezza il legame del Patto e l’alleanza richiede di essere ratificata in modo più stabile nella giustizia e nella verità. Siamo qui di fronte ad un vero e proprio dramma d’amore, nel quale Dio gioca il ruolo di padre e di marito tradito, mentre Israele gioca quello di figlio/figlia e di sposa infedeli. Sono proprio le immagini familiari – come nel caso di Osea (cfr Os 1-2) – ad esprimere fino a che punto Dio voglia legarsi al suo popolo.
Questo dramma d’amore raggiunge il suo vertice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio riversa la sua misericordia senza limiti fino al punto da farne la «Misericordia incarnata» (Misericordiae Vultus, 8). In quanto uomo, Gesù di Nazaret è infatti figlio di Israele a tutti gli effetti. E lo è al punto da incarnare quel perfetto ascolto di Dio richiesto ad ogni ebreo dallo Shemà, ancora oggi cuore dell’alleanza di Dio con Israele: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5). Il Figlio di Dio è lo Sposo che fa di tutto per guadagnare l’amore della sua Sposa, alla quale lo lega il suo amore incondizionato che diventa visibile nelle nozze eterne con lei.
Questo è il cuore pulsante del kerygma apostolico, nel quale la misericordia divina ha un posto centrale e fondamentale. Esso è «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36), quel primo annuncio che «si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi» (ibid., 164). La Misericordia allora «esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae Vultus, 21), ristabilendo proprio così la relazione con Lui. E in Gesù crocifisso Dio arriva fino a voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là dove egli si è perduto ed allontanato da Lui. E questo lo fa nella speranza di poter così finalmente intenerire il cuore indurito della sua Sposa.
3. Le opere di misericordia
La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo. Perciò ho auspicato «che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina» (ibid., 15). Nel povero, infatti, la carne di Cristo «diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga... per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura» (ibid.). Inaudito e scandaloso mistero del prolungarsi nella storia della sofferenza dell’Agnello Innocente, roveto ardente di amore gratuito davanti al quale ci si può come Mosè solo togliere i sandali (cfr Es 3,5); ancor più quando il povero è il fratello o la sorella in Cristo che soffrono a causa della loro fede.
Davanti a questo amore forte come la morte (cfr Ct 8,6), il povero più misero si rivela essere colui che non accetta di riconoscersi tale. Crede di essere ricco, ma è in realtà il più povero tra i poveri. Egli è tale perché schiavo del peccato, che lo spinge ad utilizzare ricchezza e potere non per servire Dio e gli altri, ma per soffocare in sé la profonda consapevolezza di essere anch’egli null’altro che un povero mendicante. E tanto maggiore è il potere e la ricchezza a sua disposizione, tanto maggiore può diventare quest’accecamento menzognero. Esso arriva al punto da neppure voler vedere il povero Lazzaro che mendica alla porta della sua casa (cfr Lc 16,20-21), il quale è figura del Cristo che nei poveri mendica la nostra conversione. Lazzaro è la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo. E quest’accecamento si accompagna ad un superbo delirio di onnipotenza, in cui risuona sinistramente quel demoniaco «sarete come Dio» (Gen 3,5) che è la radice di ogni peccato. Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo, e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare. E possono attualmente mostrarlo anche le strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono loro le porte, rifiutandosi persino di vederli.
Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante. Attraverso questa strada anche i “superbi”, i “potenti” e i “ricchi” di cui parla il Magnificat hanno la possibilità di accorgersi di essere immeritatamente amati dal Crocifisso, morto e risorto anche per loro. Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere. Ma resta sempre il pericolo che, a causa di una sempre più ermetica chiusura a Cristo, che nel povero continua a bussare alla porta del loro cuore, i superbi, i ricchi ed i potenti finiscano per condannarsi da sé a sprofondare in quell’eterno abisso di solitudine che è l’inferno. Ecco perciò nuovamente risuonare per loro, come per tutti noi, le accorate parole di Abramo: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro» (Lc 16,29). Quest’ascolto operoso ci preparerà nel modo migliore a festeggiare la definitiva vittoria sul peccato e sulla morte dello Sposo ormai risorto, che desidera purificare la sua promessa Sposa, nell’attesa della sua venuta.
Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! Lo chiediamo per l’intercessione materna della Vergine Maria, che per prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina a lei donata gratuitamente, ha riconosciuto la propria piccolezza (cfr Lc 1,48), riconoscendosi come l’umile serva del Signore (cfr Lc 1,38).
Dal Vaticano, 4 ottobre 2015
Festa di San Francesco d’Assisi
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domenica 24 gennaio 2016

SALUTO DI COMMIATO PER MATTEO KARAWATT


È nato in India, si dedicava da molti anni allo studio e alla ricerca del rapporto tra la psicologia e la spiritualità, tra Oriente e Occidente e di integrare mente corpo e spirito
E' laureato in Filosofia, Teologia e Psicologia. È specializzato in Psicoterapia Cogntivo-Comportamentale e in Psicologia Analitica.
Ha pubblicato numerosi articoli sull'argomento ed è autore dei libri: "Psicologia del profondo e Tradizioni spirituali" ed. Magnanelli,... "Oltre il corpo, oltre la mente” ed. La Parola e “Non sapevo di sapere” ed. La Parola.
Era psicoterapeuta e docente di filosofia indiana e psicologia, ricercatore spirituale.
Quando incontrava le persone care, gli amici, il suo saluto era sempre “ALLEGRIA!” , era gioioso, generoso e si occupava degli altri e del loro benessere psico - spirituale , punto di riferimento per tanti colleghi, amici e allievi delle varie scuole ove era docente, tutti lo ricordano per i suoi ampi orizzonti umani e spirituali.
Così la moglie MONIKA ha scelto Giovanni 8,12 Giovanni 14, 1-7: "Ecco i brani belli e positivi che ci insegnano che Gesù viene nel momento del trapasso e ci porta al nostro posto nella casa del padre.
Mi auguro che si capisce che dopo la morte c'è nuova vita e noi dobbiamo essere felici per Matteo. Certo, è difficile per noi in questo momento, perché per noi è una separazione e non lo possiamo più vedere, ma la certezza che lui sta bene in questo momento ci da forza.
Vorrei che tutto il discorso sia positivo, perché la morte in realtà non è la fine ma l'inizio di una nuova vita vicino al Padre nostro.
Tutta la sua vita Matteo ha cercato la verità e ha provato di mettere in atto gli insegnamenti di Gesù. Ha lavorato per fare il Bene a tutti. Ha sottolineato sempre il Positivo della vita per poter andare avanti con nuova forza e gioia. Adesso Gesù l'ha preso per mano e condotto al posto suo nel cielo."
A lei, ai figli FILIPPO e FRANCESCO la nostra vicinanza.
Per Matteo una preghiera




sabato 9 gennaio 2016

ADDIO A SALLO



Non ci sono parole per esprimere dolore di fronte alla morte.
Specialmente se si tratta di una persona giovane. Solo la Fede nel Signore Risorto ci può dare speranza e consolazione.
Oggi nella Chiesa di Gesù e Maria abbiamo dato l’estero saluto a ALESSANDRO  (SALLO) DAMORA di appena 43 anni. Pochi giorni fa improvvisamente è venuto a mancare all’affetto dei suoi parenti ed amici.
Soprattutto all’affetto del suo bambino che amava tanto, gioia della sua vita.
Non è certo stato fortunato questo uomo con voce possente. In quello che poteva generoso e sensibile.
Come gli lacrimavano gli occhi quando con orgoglio mi mostrava le foto del suo bambino.
Come spiegare a questa creatura che suo papà non ci sarà più e che nella fede noi speriamo lo guardi dall’alto?  Quella fede che ci fa credere nell’amore misericordioso  del Signore che ci abbraccia.
Quell’amore che anche adesso,  nel pianto,  sappiamo essere come una carezza di speranza.
Mancherà a tutti, Sallo, soprattutto a chi gli ha voluto bene ed ha condiviso la sua vita. Mancherà la sua costante presenza in questo tratto di via del Corso.  Anche a me mancherà il suo saluto mattutino, forte, vigoroso, ‘Buon Giorno Padre’…… ‘Come stai?’.
Ciao SALLO
Ti affidiamo alla Madonna con le parole del nostro poeta Trilussa:
Quann'ero ragazzino, mamma mia me diceva:
"Ricordate, fijolo, quanno te senti veramente solo
tu prova a recità 'n'Ave Maria.
L'anima tua da sola spicca er volo
e se solleva come pe' maggìa".

Ormai so'vecchio, er tempo m'è volato,
da un pezzo s'è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l'ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna benedetta
e l'anima da sola pija er volo
.


GIUBILEO PARROCCHIALE


E’ importante fin da ora organizzare quindi la giornata del giubileo della nostra Parrocchia. Come già precedentemente annunciato la data sarà mercoledì 16 marzo. Vista l’importanza dell’evento, abbiamo scelto un momento che non sia la domenica o un giorno di festa per impegnarci a dare al Signore qualcosa ‘di nostro’. Dal momento che è stato programmato molto in anticipo, credo che gli adulti possono e debbano rinunciare ad un giorno di ferie e dedicarlo al Signore. E così i ragazzi ed i bambini per un giorno non andranno a scuola e non parteciperanno alle varie attività, sapendo che sarà un giorno dedicato al Signore. Lo dobbiamo a Lui; lo dobbiamo al suo Amore misericordioso.
Avvisate per tempo i vostri datori di lavoro oppure organizzatevi in proposito. Agli insegnanti non c’è da chiedere ma solo da avvisare per correttezza l’assenza di vostro figlio dalle lezioni. Sia questo un Pellegrinaggio dell’intera famiglia o di singole persone adulte che si associano a questo momento.
Sarà opportuno affittare un pullman (spero più pullman) soprattutto per andare insieme e concretizzare, in questo segno, l’idea di una ‘Comunità’ che esprime la propria fede.
La mattina l’appuntamento sarà nei pressi di piazza Augusto Imperatore alle 10 per andare a san Giovanni, che è la nostra cattedrale. (forse faremo la prima tappa, a secondo del tempo meteorologico e del traffico, a Santa Croce in Gerusalemme, per permettere un piccolo tratto di cammino, il marciapiede è largo) e lì, dopo aver attraversato la Porta Santa, fare la nostra professione di fede. Quindi riprendendo il pullman andremo al Divino Amore dove ho già prenotata una sala per pranzare assieme (pranzo a sacco) e quindi dopo la condivisione, avere la possibilità della confessione ed infine celebrare la Santa Messa nella cappella dello Spirito Santo e tornare a casa. (Impegno circa 9.30/10-18/18.30).
E’ evidente che entro il 4 febbraio, per ovvi motivi organizzativi devo avere la vostra adesione.
Con Maria e sotto la sua protezione inoltriamoci nell’Anno di Grazia che il Signore ci ha dato.
Don Giuseppe

La quota di partecipazione comprendente pullman e offerta al locale per pranzo si aggira sui 12 € (chiaramente se si riempie il pullman)


martedì 5 gennaio 2016

ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA






Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 27 marzo.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 10 febbraio.
L’Ascensione del Signore, l'8 maggio.
La Pentecoste, il 15 maggio.
La prima domenica di Avvento, il 27 novembre.
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.
A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli.
Amen


EPIFANIA

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese






domenica 3 gennaio 2016

II DOMENICA DOPO NATALE

Nostro PRESEPE In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.



https://youtu.be/xv3GeicXQ_E

ALEXANDER È STATO BATTEZZATO

La vita prosegue. Si rinnova. Stamattina l'ho constatato personalmente. Subito dopo le esequie di Nella è stato battezzato ALEXANDER JOHN CANELLE, nato ad Istanbul l'8 dicembre 2014.
Al Papà Fabrice ed alla mamma Sibel i nostri più sinceri auguri.


SALUTO A NELLA

Questa mattina, 2 gennaio, abbiamo dato l'estremo saluto a Nella Portaluri.
Nella sua primissima infanzia ha vissuto nella nostra Parrocchia, dove è stata battezzata la sorella. Trasferita a Trieste è tornata a Roma dove si è sposata con Antonio Margottini e per decenni è stata insegnante elementare. é salita al Signore il 31 dicembre all'età di 88 anni.
Vissuta in questa zona da piccola, avrà certo sentito la fatica della Guerra, le rinunce, tanto da conservare l’accortezza scrupolosità ...in tutte le sue scelte.
Mente allenata l’hanno fatta essere lucida fono alla fine dei suoi giorni. Capace fino a poco tempo fa ad essere indipendente nell’amministrare la sua casa. Memoria formidabile che forse neanche noi abbiamo.
Il suo mestiere, che poi per me è certamente una missione, di maestra gli ha dato la possibilità di aiutare centinaia di bambini e bambine nei primi passi della conoscenza condividendo assieme a suo marito questo importante ruolo.
Questo stare con i bambini credo le abbiano dato, quasi come contagio quell’espressione di meraviglia, mista a gioia davanti a qualunque cosa di bello e di nuovo gli si ponesse davanti. Gli occhi spalancati e il sorriso sulle labbra…… che bello……
Le caratteristiche importanti che deve avere una mamma di Famiglia:
Permesso: per quel che ho conosciuto, la sua discrezione, il suo essere rispettosa delle scelte degli altri, il suo esser preoccupalo, guardando ma lasciando libertà senza intromissione, senza essere invadente.
Grazie: soprattutto in questi ultimi giorni di vita, il suo continuamente dire ,Grazie,, per ogni piccola cosa, accorgendosi dell’amore che ruotava attorno a lei.
Questo senso di gratitudine che sempre avrà avuto ma in questi ultimi giorni ha manifestato assieme ad una grande forza. La speranza sempre presente nell’uomo fino alla fine l’ha trasformato in donna forte nel dolore.
Chi gli è stata accanto sottolineava come mai si lamentasse, come fosse forte e tenace. Come cercasse di collaborare in tutto finche le forze l’hanno sorretta.
La fortezza una delle qualità che certamente aveva e che con il suo esempio dovremmo ricercare.



BUON ANNO

Sotto la protezione di Maria Madre di Dio Un Buon e Santo 2016 a tutti



TE DEUM

ATTENDENDO IL TE DEUM
Giovedì alle 17.30 Santa Messa di Maria Madre di Dio (prefestiva del Primo dell'Anno) e CANTO DEL TE DEUM.