domenica 21 luglio 2013

martedì 23 luglio – ore 19:00 LABYRINTHUS



martedì 23 luglio – ore 19:00
LABYRINTHUS
Esercizio Spirituale Concertato
a cura di Flavio Colusso e Silvia De Palma
GIROLAMO FRESCOBALDI (1583-1643) Toccata avanti la Messa della Madonna, per organo
FRANCESCO LANDINI (ca.1325-1397) Fa metter bando
LORENZO DA FIRENZE (ca.1370) Povero cappator
ANONIMO (ca.1400) Daphne (flauto solo) | Kyrie eleison
ANTONIO GARDANE (1509-1569) Douce memoire
FLAVIO COLUSSO (1960) Recercar III, per organo
CHRISTOPHER GIBBONS (1615-1676) Fantasia
JACOB VAN EYCK (1590-1657) Pavanae lachrymae | Wat zal men op den avond doen
ANONIMO (sec.XIV) Estampitta “Retrovè”
JACQUES HOTTETERRE (1674-1763) Rondeau & Passacaille
GEORG PHILIPP TELEMANN (1681-1767) Fantasia a flauto solo | Sonata in do minore
GIROLAMO FRESCOBALDI (1583-1643) Canzon post il comune, per organo
STEFANO BAGLIANO, LORENZO CAVASANTI flauti diritti
ALESSANDRO LICATA organo | SILVIA DE PALMA voce recitante
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Il concerto Labyrinthus, che ormai da anni coinvolge interpreti e partecipanti in un esercizio spirituale condotto dalla musica, è un appuntamento ispirato al tema del pellegrinaggio, del cammino, inteso anche come combattimento spirituale. Particolarmente significativo per il “cammino” culturale abbracciato dalla attuale istituzione musicale è il tema del pellegrinaggio esplicitato nel simbolo del Labirinto, del cammino vissuto come esperienza del corpo e dello spirito, che si estende da sempre al concetto di accoglienza e di cura dei viandanti e dei pellegrini nel contesto degli antichi Hospitali. L’Ospedale di San Giacomo detto “degli incurabili” è fra i più antichi al mondo ed occupa un posto importante nella storia dell’umanità: luogo di eccezionali risonanze e memorie, è stato recentemente chiuso ma si spera che venga presto riaperto al suo antico servizio. La musica, medicina dell’anima e del corpo, avvicina persone, luoghi, tempi e rende possibili armonie altrimenti “dissonanti”: la devozione jacopea ha ispirato fin dal Medioevo musicisti e poeti favorendo la formazione di un patrimonio in cui confluiscono diverse esperienze culturali europee. La Basilica di San Giacomo in Augusta, oltre a possedere notevoli bellezze artistiche – tra cui un prezioso organo secentesco, ed un’acustica eccezionale – è fortemente legata al simbolo del  pellegrinaggio. Situata alla porta Nord della città, sulla frequentata via del Corso,
quotidianamente visitata da migliaia di turisti e da cittadini provenienti da ogni parte di Roma, è un crocevia ideale, oasi di pace nella frenesia del centro, per offrire ad un variegato pubblico un momento di fresco ristoro spirituale illuminato dalla musica: un prodotto culturale che è espressione di una qualità artistica non museale ma viva e che è parte viva del carisma del luogo e della sua storia, nel cuore culturale e spirituale di Roma.
Il programma musicale di quest’anno è all’insegna del “flatus”, flauti diritti e canne d’organo di cui si apprezzano suoni antichi e moderni alternati alle meditazioni tratte dal Castello interiore di Teresa d’Avila (1515-1582) e dal Combattimento spirituale di
Lorenzo Scupoli (1530-1610). La struttura “entrata-centro-uscita” dal Labyrinthus è affidata all’Organo con le celebri pagine di Girolamo Frescobaldi tratte dai Fiori Musicali (1635), e con il Recercar terzo (1980) di Flavio Colusso; “per viam” incontriamo i flauti (soprani, alti, tenori, bassi) con gli a solo e i fitti dialoghi dei compositori toscani Francesco Landini e Lorenzo da Firenze. Il primo fu il più importante musicista italiano del suo tempo; il secondo un esponente dell’Ars Nova, canonico in S.Lorenzo a Firenze, forse insegnante dello stesso Landini. Dagli Anonimi del XV sec, si giunge alle raffinate sonorità rinascimentali di Antonio Gardane e
dell’inglese Christopher Gibbons, figlio del più noto Orlando Gibbons. Gardane, francese di origine italiana, fu anche editore musicale e istituì a Venezia un’importante stamperia. Il fiammingo Jacob van Eyck fu direttore del Concerto di campane della
cattedrale di Utrecht: personalità delle scienze come Descartes e Beeckman e i più rinomati suonatori di campane ammiravano le sue notevoli conoscenze di acustica e la sua arte; la Città gli concesse inoltre un'indennità speciale (era nato cieco) a condizione che suonasse il flauto nei giardini della cattedrale: nacque così la raccolta Der Fluyten Lust-hof (il giardino delle delizie del flauto, 1644), contenente brani celebri la cui melodia è seguita da variazioni di virtuosismo via-via crescente. Jacques Hotteterre fu
soprannominato Le Romain in quanto visse a Roma e, dal 1698 al 1700, fu alle dipendenze del principe Ruspoli. Nel 1705 entrò nella Grande Écurie e poi anche nella Chambre du Roy. Annoverato fra i più importanti musicisti francesi, ha lasciato trattati come L'art de préluder sur la flûte traversière (1719) e Principes de la flûte à bec ou flûte d'Allemagne (1707). Georg Philipp Telemann, al suo tempo più famoso e richiesto di Bach e di Händel, ricoprì molti incarichi di prestigio; insieme a Vivaldi, fu il compositore che scrisse le pagine più importanti per il flauto. Anche impresario ed editore, fu profondo conoscitore degli stili nazionali e anche della musica popolare aprendosi all’evoluzione che stava portando verso lo stile galante e che, di lì a poco, sarebbe approdata al Classicismo.

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