venerdì 6 dicembre 2019

8 DICEMBRE FESTA DELL'IMMACOLATA

L'Avvento è il tempo di 'Attesa'; l' andare incontro al Signore, cui ci invita la liturgia, sembra quasi volerci far correre; sì, perché la corsa è il segno più bello dell'attesa: uno corre per vedere una cosa bella, per fare un bel incontro, per non perdere un'occasione, per abbracciare la mamma o il figlio o un amico che non si vede da tanto tempo. La festa di Maria Immacolata si pone come modello di questa corsa nell'attesa. Chi più di una mamma sa che cosa vuol dire attendere! È gioire, è preoccupazione, è speranza, è attenzione, è premura, è condivisione, è debolezza ma anche forza: è la dolce attesa. In una precedente versione nella liturgia, parole dell'Angelo erano: "Non temere, piena di grazia". Questo saluto anche a noi dà la spinta a non bloccarci di fronte alle nostre paure, incertezza, delusioni. Non temere perché non sei solo ma c'è il Signore con te.
Il Signore che attendo è con me.
La versione che ci viene offerta oggi va oltre:  Gabriele dice "rallegrati"; ci fa vedere un altro aspetto, un'altra sfaccettatura: la gioia come  espressione di colui che attende.
Rallegrati, non perché tutte le cose andranno bene, saranno a posto, non proverai fatica, non ci sarà sofferenza. Rallegrati perché hai con te il Signore che ti da la capacità di avere  serenità, sempre, nonostante tutto, nonostante le fragilità.
Solo nella 'nostra fede', noi viviamo questa esperienza straordinaria: abbiamo 'dentro' il Signore che ci aiuta ad incontrarlo. Il Signore è con Maria e gli chiede di poter essere generato da lei.
Come avverrà questo?
Certo Maria se lo domanda e lo domanda a Gabriele. Gabriele dice: "lo Spirito Santo scenderà su di te, ed ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce, lo chiamerai Gesù". Maria aprì il suo cuore, la sua persona, tutto il suo essere a questa chiamata dello Spirito. "Ecco io sono la serva del Signore".
Non penso che in quel momento abbia chiarito tutto in sé con la spiegazione dell'Angelo, ma certamente il "si" di Maria è stato: Io non lo so come, ma so che tu, Signore, lo sai: e mi fido di te!
Ed allora l'umile serva del Signore, con il suo eccomi, è divenuta corredentrice.
Gesù ha detto: "Ti ringrazio Signore perché ai piccoli e agli umili hai rivelato il regno dei cieli". I piccoli diventano paradigma di umiltà: sono coloro che hanno la capacità di ascoltare, di accogliere, di meravigliarsi, di gioire. Di contro chi è orgoglioso non sa ascoltare; troppo pieno di sé stesso, non sa meravigliarsi; non ha neppure la capacità di gioire perché non sa apprezzare.
Solo chi è piccolo, umile, potrà dire "L' anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore".
Ecco quindi che Maria ci aiuta ad immergerci in questo tempo di avvento in cui siamo chiamati a liberarci da tanti orpelli, essere umili, saper ascoltare, aprirci e farci penetrare dallo Spirito. "Colui" che attendiamo ci prenderà e così anche noi sapremo donarlo agli altri: il suo nome è Gesù, che significa: Dio salva.
(Don Giuseppe Trappolini)

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