giovedì 14 settembre 2017

XII APOSTOLI



Pochi giorni fa, sono voluto andare a trovare Padre Agnello nella sua Chiesa dei Santi Apostoli. Sono andato non per curiosità, ma per portare la mia solidarietà e fargli sentire la mia vicinanza. 
Non ho dovuto cercare molto. Era lì, in mezzo agli 'ospiti' dell'Atrio della sua Chiesa che discutevano con 'La Rappresentate' delle Istituzioni. Una presenza discreta ma costante. Con la sua cordialità Francescana e docilità propria del suo nome 'Agnello' era lì, sul posto.
Poche parole, le nostre. Pochi minuti i miei. Quanto basta per capirci nella amicizia, affetto e stima.

Post di Padre Agnello Stoja

Oggi abbiamo vissuto un momento molto forte di comunità e di preghiera durante la messa domenicale. E' venuto a presiedere l'eucarestia il nostro vescovo di settore mons. Gianrico Ruzza. Per visitare la comunità parrocchiale insieme alla comunità degli amici del sit-in nell'atrio della basilica. Già, insieme.
Con i parrocchiani hanno assistito alla messa anche amici musulmani e non credenti. Il vescovo Gianrico con la sua accoglienza e paternità ha mostrato il volto della Chiesa di Cristo, come dice il Concilio Vaticano II nella Gaudium et spes:
"Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.
La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti.
Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia".
Hanno animato i canti insieme a fra Gennaro alcuni bambini e ragazzi che abitano le tende nell'atrio. Cristal ha letto il salmo, le preghiere dei fedeli, e i più piccoli, Aurora e Steven, hanno portato le offerte all'altare scortate dai più grandi e dagli amici Templari Cattolici Italiani.
Al termine della messa Abdelouahed, un amico marocchino, ha rivolto a Dio, clemente e misericordioso, una preghiera in arabo. E poi, insieme, siamo andati ad accendere le candeline alla "Madonna degli sfrattati", a Mariam cui è dedicata una Sura del Corano.
Tutta la celebrazione è stata intensa, un momento di preghiera e di intima commozione su cui posiamo il velo che copre le cose sante, perché il Signore le custodisca e le faccia crescere. Come la pasta mista a lievito che, sotto un panno, le mamme di un tempo riponevano nella madia, nell'attesa che tutto lievitato quell'impasto fosse pronto a diventare un buon pane, da dividere a tavola.

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